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Giro d’Italia 2024: Milan lavora, Kooj raccoglie

Di Simone Gambino
Pubblicato il 12 Mag. 2024 alle 19:47 Aggiornato il 12 Mag. 2024 alle 19:48

L’olandese Olav Kooij (Visma Lease a Bike) ha vinto la nona tappa del 107° Giro d’Italia che portava la carovana rosa, attraverso 214 chilometri, da Avezzano a Napoli dove, per il terzo anno consecutivo, la corsa si è conclusa su Lungomare Caracciolo. Il 22enne tulipano ha preceduto in volata la maglia ciclamino Jonathan Milan (Lidl Trek) con il colombiano Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) piazzato al terzo posto. Resta invariata la classifica generale con lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) saldamente in maglia rosa con un vantaggio di 2’40” sul colombiano Daniel Martinez (Bora Hansgrohe) e di 2’58” sul gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).

Dopo le fatiche dei giorni scorsi il gruppo oggi se l’è presa comoda inizialmente. Ciò ha consentito al duo del Team Polti Kometa, formato da Mirco Maestri e Andrea Pietrobon, d’inscenare un revival del Trofeo Baracchi con un’azione di 180 chilometri che raggiungeva il massimo vantaggio, 3’30”, dopo 50. Purtroppo per i due coraggiosi attaccanti, le difficoltà del finale ridestavano gli appetiti dei cacciatori di tappe. Era Julian Alaphilippe (Soudal Quick Step) il primo a suonare la tromba sul GpM di Monte Procida. Raggiunto il tandem Polti, il due volte campione del mondo prendeva il largo in compagna del connazionale Ewen Costiou (Arkea B&B Hotels). Rimasto, poi, solo a 10 chilometri dall’arrivo, Alaphilippe veniva saltato da Jhonathan Narvaez ai meno sette (Ineos Grenadiers).

Quella dell’ecuadoriano, vincitore della tappa inaugurale di Torino, sembrava essere l’azione vincente. Malauguratamente, la prima maglia rosa di questa edizione del Giro non aveva fatto i conti con l’incessante lavoro della Lidl Trek, desiderosa di portare Milan a giocarsi la volata. Si assisteva, quindi, a una ripetizione di quanto avvenuto un anno fa. Quel giorno a venir ripresi dal plotone a pochi metri dall’arrivo in Lungomare Caracciolo furono Alessandro De Marchi (Jayco AlUla) e Simon Clarke (Israel-Premier Tech), con susseguente vittoria in volata del danese Mads Pedersen (Lidl Trek). Oggi, invece, il ruolo di vittima sacrificale è toccato a Narvaez con Kooij bravo a negare la vittoria alla maglia ciclamino che, comunque, con la piazza d’onore ha ulteriormente incrementato il suo vantaggio nella classifica a punti.

Domani ci sarà il primo dei due giorni di riposo che sarà, poi, seguito martedì da una frazione potenzialmente intrigante. Saranno solo 142 i chilometri da Pompei ai 1.392 metri della Bocca della Selva sopra Cusano Mutri. La prima metà del percorso non presenterà asperità. Dopo 82 chilometri i corridori incontreranno il GpM di seconda categoria di Camposauro a 810 metri d’altitudine. Seguirà la discesa su Guardia Sanframondi, dove il Giro fece tappa nel 2022, e un falso piano fino a Cusano Mutri da dove inizierà la lunga, ma non proibitiva, ascesa verso il traguardo, 18 chilometri a poco meno del 6%. Sua Maestà Tadej lascerà spazio ai comprimari o vorrà reclamare anche questo scalpo?

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