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Giro d’Italia 2023: Top Ganna s’inchina al nuovo diavolo rosso

Di Simone Gambino
Pubblicato il 6 Mag. 2023 alle 20:07 Aggiornato il 6 Mag. 2023 alle 20:08

Il fiammingo Remco Evenepoel (Soudal Quick Step) ha vinto la tappa inaugurale del 106° Giro d’Italia, una cronometro di 19.600 metri da Fossacesia Marina ad Ortona lungo la Costa dei Trabocchi in Abruzzo. Il campione nazionale belga contro il tempo ha percorso la distanza nel tempo di 21’18”, alla fantascientifica media di 55,211 kmh, precedendo di 22” il verbanese Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e di 29” il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates).

Gli altri aspiranti al successo finale hanno accusato distacchi ben più corposi: il londinese Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers), quarto a 40”, ha fatto meglio del suo capitano, il gallese Geraint Thomas giunto nono a 55”, mentre ha deluso lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma), sesto a 43”. L’australiano Jay Vine, settimo a 46”, e lo statunitense Brandon McNulty, ottavo a 48”, hanno completato l’ottima giornata della UAE Team Emirates, unica compagine a piazzare tre corridori tra i primi dieci. Per trovare un italiano alle spalle d’un comunque discreto Ganna, si deve scendere fino al 21° posto del compagno di squadra di Remco, il bergamasco Mattia Cattaneo, staccato di 1’23, mentre Damiano Caruso (Bahrain Victorious), l’azzurro oggettivamente più indicato a curare la classifica, è giunto 31° a 1’34.

In sede di presentazione nei giorni scorsi avevamo definito la frazione odierna come l’unica occasione che potesse portare un italiano a vestire la maglia rosa. Tramontata questa speranza, abbiamo assistito ad uno spettacolo che ci ha riportato indietro di mezzo secolo a quando un altro belga, il brabantino Eddy Merckx, dominava le corse senza possibilità d’appello per gli avversari. Evenepoel ha fatto così oggi arrogandosi, con l’onore del simbolo del primato, l’onere di dover gestire, a partire da domani, la corsa. Logica e buonsenso vorrebbero che tra lunedì e martedì, nelle due frazioni mosse che termineranno rispettivamente a Melfi e Lago Laceno, il millennial non ostacoli una fuga di comprimari che alleggerisca la sua non proprio inossidabile squadra da questo fardello.

E’ fortemente improbabile, infatti, che quanto sopra ipotizzato abbia luogo domani nella seconda frazione, anch’essa interamente in terra d’Abruzzo, da Teramo a San Salvo. I 202 chilometri del percorso prevedono un paio di GPM di quarta categoria nella prima metà ma poi risultano decisamente più abbordabili, con la parte finale addirittura in lieve discesa. In questo tratto di lunghi rettilinei sul lungomare potrebbe diventare un elemento decisivo il vento con il rischio concreto che si vengano a creare dei ventagli che potrebbero frantumare in più parti il gruppo. L’arrivo su una sede stradale lunga e larga dovrebbe garantire una volata spettacolare ancorché priva di rischi eccessivi per gli sprinter che si contenderanno il successo di giornata.

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