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Giro d’Italia 2022: Jai Hindley smentisce Karl Marx

Credit: ANSA
Di Simone Gambino
Pubblicato il 29 Mag. 2022 alle 18:10 Aggiornato il 29 Mag. 2022 alle 18:10

L’australiano Jai Hindley (Bora Hansgrohe) ha vinto il 105° Giro d’Italia precedendo l’ecuadoriano Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), distanziato di 1’18”, ed il basco Mikel Landa (Bahrain Victorious), giunto terzo a 3’38”. Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan), al suo ultimo Giro, ha chiuso, migliore tra gli italiani, con un dignitosissimo, quarto posto a 9’05” dal vincitore. Meritevole d’una menzione è stato anche Domenico Pozzovivo (Intermarchè Wanty Gobert) che, alla soglia del suo quarantesimo compleanno, ha ottenuto l’ottava posizione a 17’22”.

Il ventiseienne corridore di Perth è il primo canguro a conquistare la corsa rosa, riuscendo laddove fallì il più grande corridore antipodeo, Cadel Evans, capace di conquistare maglia iridata e Tour de France ma mai vittorioso nella corsa di casa nostra. In partenza da Budapest non avevo messo il nome di Hindley tra i favoriti, indicando, però, nella sua squadra, la Bora Hansgrohe, una realtà che non poteva essere trascurata. È stata la strada, poi, a conferire i gradi a Jai con la sua vittoria al Blockhaus della Maiella che lo ha designato leader sul campo della formazione neroverde. La forza della squadra tedesca si è poi palesata nel momento decisivo, ieri nell’impietoso tratto senza respiro che da Malga Ciapela porta a Capanna Bill. Su questa breve porzione di salita, in non più di cinquecento metri, Lennard Kamna, profondendo le ultime energie rimastegli in corpo, ha saputo fiaccare la resistenza di Carapaz, lanciando il suo capitano verso l’apoteosi.

La frazione odierna, come prevedibile, non ha inciso sulla classifica finale. A vincere, con una prova superlativa, è stato il campione d’Italia Matteo Sobrero (BikeExchange) che ha percorso i 17.400 metri del percorso in 22’24” alla media di 46,607 kmh. Il cognato di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) ha preceduto di 23″ l’olandese Thyman Arensman (Team DSM) con un altro tulipano, Mathieu Van der Poel (Alpecin Fenix), terzo a 40″. Praticamente equivalenti le prove dei duellanti con Carapaz, decimo in 23’48” che ha recuperato sette secondi a Hindley mentre Landa è naufragato, chiudendo in 25’28”.

Diciannove mesi fa, nell’unica edizione autunnale del Giro d’Italia, Hindley si presentò in maglia rosa all’atto finale, una cronometro di 30 chilometri che si concludeva a Milano in Piazza del Duomo, con un vantaggio di pochi millesimi di secondo sull’inglese Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers). Il londinese, decisamente più forte contro il tempo, non ebbe difficoltà a prevalere quel giorno, facendo suo quel 103° Giro d’Italia. Oggi la storia si è ripetuta ma, diversamente da quello che sosteneva Karl Marx, la tragedia, anziché in farsa, si è trasformata per Hindley in trionfo. Grazie a questa sua vittoria da oggi il Giro d’Italia potrà considerarsi a pieno titolo un evento sportivo
globale.

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