Il Campione d’Italia e d’Europa Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos) ha vinto la 13esima tappa del 104esimo Giro d’Italia da Ravenna a Verona, lungo 198 chilometri totalmente piatti. Per il brianzolo il successo è arrivato dopo ben 12 secondi posti. Alla piazza d’onore, come nella crono d’apertura a Torino, si è piazzato Edoardo Affini (Jumbo-Visma) con Peter Sagan (Bora Hansgrohe) che ha conquistato un fondamentale terzo posto che ha consentito al tricampione del mondo di conservare la maglia ciclamino di leader della classifica a punti con nove punti di vantaggio sul vincitore odierno. Deludente la prova del neo alfiere olimpico azzurro Elia Viviani (Cofidis), giunto solo nono. Immutata la classifica generale con Egan Bernal (Ineos Grenadiers) in maglia rosa che mantiene 45” sul russo Alexander Vlasov (Astana Premier Tech) con il siciliano Damiano Caruso (Bahrain Victorious) terzo a 1’12”.
La frazione dedicata al sommo poeta Dante Alighieri non è sfuggita al tradizionale canovaccio visto quest’anno al Giro. In partenza, in presenza di un plotone statico, andavano via tre maestri della fuga disperata: Umberto Marengo (Bardiani-CSF-Faizanè), Samuele Rivi (EOLO-Kometa) e Simon Pellaud (Androni Giocattoli – Sidermec). Nel giro di 20 chilometri guadagnavano sette minuti di vantaggio. A questo punto il gruppo incominciava la sua giornata di lavoro. Rapidamente i fuggitivi venivano riportati a distanza di sicurezza, tre minuti dopo 50 chilometri, per poi essere tenuti a bagno maria e finalmente ripresi a sette km dal traguardo. Cominciava a questo punto il lungo avvicinamento alla volata, favorito da una sede stradale larghissima. Lo scatto di Affini ai 500 metri coglieva di sorpresa i velocisti. Il mantovano creava un buco impressionante che veniva colmato con grande destrezza e non senza fatica da Nizzolo che lo superava solo ai meno 50 del traguardo centrando così la tanto agognata prima vittoria rosa.
Domani andrà in scena una delle tappe più attese di questa edizione del Giro. Si pedalerà attraverso 205 chilometri da Cittadella fino al Monte Zoncolan nelle Alpi Carniche. Dopo 130 chilometri tranquilli il gruppo affronterà da Tramonti la Forcella del Monte Rest, famosa nella storia della corsa per essere stato il teatro della guerra civile interna al team Carrera nel 1987 quando l’irlandese Stephen Roche attaccò il suo capitano, Roberto Visentini, in maglia rosa, spodestandolo del simbolo del primato. Dopo la lunga discesa su Casanova, al chilometro 170, si tornerà gradualmente a salire in modo molto dolce fino a Sutrio. Qui inizierà la salita finale con il primo tratto, 14 chilometri all’7,7 per cento, impegnativo ma non durissimo. Decisamente diversi i 3.750 metri finali in cui verrà scalato un dislivello di 432 metri, di poco inferiore al 12 per cento, con lo spaventoso muro al 27 per cento all’ultimo chilometro reso immortale nel 2003 da Marco Pantani e Stefano Garzelli per quello che dall’alto apparì come un autentico scontro al rallentatore tra due testuggini. Pioverà e farà freddo, previsti 6 gradi al momento dell’arrivo. Faremo del nostro meglio per raccontarvi in loco quella che si preannuncia come una giornata memorabile di grande ciclismo.