Lo statunitense Joseph Dombrowski (UAE Emirates) ha vinto la quarta tappa del Giro d’Italia 2021, l’attesissima cavalcata appenninica di 187 km da Piacenza a Sestola. Sul traguardo che mezzo secolo fa fece conoscere al mondo Jose Manuel Fuente, uno dei più grandi scalatori della storia del ciclismo, l’americano ha preceduto di 13” Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) con il sorprendente siciliano Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizané) terzo a 27”. Grazie al 2° posto odierno, il “rosso di Buja” corona il sogno della vita vestendo, ad una settimana dal compimento dei 35 anni, la maglia rosa. Alle sue spalle in classifica, staccato di 22”, il vincitore di giornata con il belga Louis Vervaeke (Alpecin Fenix) terzo a 42”.
La frazione non ha deluso le aspettative. In partenza si formava un gruppo di 25 attaccanti che guadagnava rapidamente 6 minuti su un gruppo tirato all’inizio solo dalla maglia rosa Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), cui forniva successivamente manforte Samuele Battistella (Astana Premier Tech). In testa, nella discesa successiva al GPM di Castello di Carpineti, partiva un trio composto da Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange), Rein Taaramäe e Quinten Hermans, gli ultimi die entrambi della Intermarché-Wanty-Gobert. I tre guadagnavano rapidamente un minuto sugli ex compagni di fuga mentre lo svantaggio del gruppo dei migliori, in cui Ganna cominciava ad accusare la fatica, saliva ad 8 minuti.
Sul GPM di Montemolino a 45 km dal traguardo cominciava il recupero dei big sotto la spinta della Deceuninck Quick Step. Ganna, intanto, naufragava. Davanti, Hermans, esaurito il suo compito, si staccava, lasciando Jensen e Taaramäe soli al comando con un vantaggio stabile sul minuto sugli altri attaccanti. Davanti la situazione rimaneva cristallizzata fino all’imbocco della ultima ascesa, Colle Passerino, a 6 km dall’arrivo. Su questa, la più dura asperità di giornata, il gruppo rinveniva prepotentemente, mentre Dombrowski, De Marchi e Fiorelli, in ordine sparso, rinvenivano sui due fuggitivi che venivano scavalcati ad un chilometro dal GPM.
Tra gli aspiranti alla maglia rosa andava in crisi Joao Almeida proprio nel momento in cui attaccava Giulio Ciccone (Trek Segafredo). Sull’abruzzese si riportava per primo Mikel Landa (Bahrain Victorious) seguito rapidamente dal russo Aleksandr Vlasov (Astana Premier Tech), dal britannico Hugh Carty (EF Education-Nippo) e da un pimpantissimo Egan Bernal (Ineos Grenadiers). Questo quintetto accusava al traguardo un ritardo di 1’37” mentre gli altri aspiranti alla vittoria giungevano ad 1’48” con Vincenzo Nibali (Trek Segafredo) e Domenico Pozzovivo (Qhubeka Assos) che arrivavano a 2’11”.
Dopo questa abbuffata d’emozioni cade a fagiolo la tappa di domani. La quinta frazione, infatti, andrà da Modena a Cattolica lungo 177 km più piatti di una tavola da biliardo. Tim Merlier (Alpecin – Fenix) cercherà di bissare il successo di Novara con Elia Viviani (Cofidis) e Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos) che tenteranno di regalare un successo all’Italia. Si attende la resurrezione di Caleb Ewan (Lotto Soudal) mentre non è chiaro se farà la volata il tre volte campione del mondo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe). Alessandro De Marchi potrà godersi la sua maglia rosa in attesa dell’impegnativa tappa marchigiana di giovedì.