Lo slovacco Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) ha vinto la decima tappa del 104esimo Giro d’Italia, la frazione più breve di questa edizione da L’Aquila a Foligno, lunga solo 139 chilometri. La triplice maglia iridata ha preceduto sul traguardo umbro il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) con il sempre ottimo Davide Cimolai (Israel Start Up Nation) al terzo posto. Il successo odierno ha consentito a Sagan d’impossessarsi della maglia ciclamino della classifica a punti, suo obiettivo dichiarato alla partenza da Torino. Sarà dura adesso togliergliela di dosso.
La classifica generale è rimasta quasi immutata. La minuscola differenza l’ha fatta la volata per il traguardo volante di Campello sul Clitunno a 17 chilometri dall’arrivo che assegnava rispettivamente, 3, 2 ed 1 secondo ai primi tre arrivati. Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step), secondo in classifica, decideva di sprintare. Ciò provocava la reazione della maglia rosa Egan Bernal (Ineos Grenadiers). Il testa a testa si risolveva con la vittoria di Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), compagno di Bernal che, alla fine dei giochi, cedeva solo un secondo ad Evenepoel. Ora il vincitore del Tour 2019 ha un vantaggio di 14” sul giovane fiammingo con il russo Alexander Vlasov (Astana Premier Tech) terzo a 21”.
Venendo alla cronaca di giornata, l’inevitabile fuga in partenza vedeva protagonisti cinque corridori: Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Umberto Marengo (Bardiani CSF Faizanè), Samuele Rivi (Eolo Kometa), il vincitore della terza tappa Taco Van der Hoorn (Intermarché Wanty Gobert) e Kobe Goossens (Lotto Soudal). Il gruppo non lasciava mai spazio con un vantaggio massimo per i fuggitivi di un paio di minuti dopo 70 chilometri. Ai meno 50 dal traguardo, in avvicinamento all’unica asperità di giornata, il GPM di quarta categoria del Valico della Somma, la Bora Hansgrohe prendeva il controllo della corsa. La squadra di Peter Sagan scandiva sulla salita un ritmo che si rivelava insostenibile per molti velocisti. Nell’ordine si staccavano: Dylan Groenewegen (Jumbo Visma) la maglia ciclamino Tim Merlier (Alpecin Fenix), Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), Andrea Pasqualon (Intermarché Wanty Gobert) e, a poche centinaia di metri dalla fine della salita, il campione d’Italia e d’Europa, Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos).
Questa fortissima scrematura degli sprinter portava la Israel Start Up Nation e la UAE Team Emirates a dare manforte alla Bora Hansgrohe nella discesa e nel successivo tratto in pianura che portava all’arrivo per assicurarsi che non rientrassero coloro che si erano staccati in salita. La volata vedeva il tentativo di Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) di rompere il ritmo del treno della Bora Hansgrohe. Il Sagan di oggi, però, in modalità Vittorio Alfieri, voleva troppo fortemente la vittoria. Balzava sulla ruota di Molano, saltandolo ai 200 metri e resistendo comodamente al rientro di Fernando Gaviria.
Domani il Giro si concede la prima delle due giornate di riposo. Mercoledì andrà in scena una frazione tutt’altro che banale. Saranno 2.500 i metri di dislivello e 35 i chilometri di strada sterrata nei 162 complessivi che porteranno la carovana rosa da Perugia a Montalcino. Le condizioni meteorologiche si preannunciano cattive. Se così fosse, potrebbe ripetersi quanto avvenuto nel 2010 quando, in una tappa analoga, vinta dall’australiano Cadel Evans in maglia iridata sotto al diluvio, successe il finimondo. In molti, alla presentazione del Giro d’Italia hanno pronosticato che questa potesse essere la giornata più difficile per Egan Bernal. Per tutta risposta, il colombiano, ad inizio marzo, ha disputato una grandissima prova alle Strade Bianche terminando al terzo posto alle spalle di uno scatenato Mathieu van der Poel (Alpecin Fenix) e del campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step).