La lunga stagione 2023 celebrerà domani il suo ultimo atto pregiato con la quinta classica monumento: la corsa delle foglie morte. Andrà in scena da Como a Bergamo il 117° Giro di Lombardia lungo 239 feroci chilometri infarciti di 4.400 metri di dislivello. Il percorso sarà identico a quello del 2021. Dopo 30 chilometri interlocutori, i corridori scaleranno la salita alla Madonna del Ghisallo che aprirà le difficoltà di giornata. La successiva discesa porterà la corsa in provincia di Bergamo con ben quattro asperità da affrontare nello spazio di 90 chilometri: nell’ordine, ci saranno la Roncola, 9,4 chilometri al 6,6% di pendenza media, Berbenno, 6,8 chilometri al 4,4%, Dossena e Zambla Alta. A Ponte Nossa, al termine della discesa da quest’ultima, mancheranno poco più di 50 chilometri all’arrivo.
I successivi dieci concederanno un breve momento di tregua prima d’affrontare il Passo di Ganda, l’ascesa che porta a Selvino. E’ su questa impennata che due anni fa Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) costruì il suo primo successo staccando i principali avversari. Non va, tuttavia, dimenticata la successiva discesa su Nembro, teatro, sempre nel 2021, della spettacolare rimonta dell’enfant du pays Fausto Masnada (Soudal Quick Step), capace di riprendere il campione di Komenda, prima di cedergli in volata sul traguardo di Via Roma. Prima dell’atto conclusivo, infine, ci sarà ancora da affrontare il dentello di Colle Aperto che, da Porta San Lorenzo, indirizzerà i corridori verso la città alta con un arcigno tratto iniziale sull’acciottolato. Dopodiché sarà discesa fino allo striscione dell’ultimo chilometro.
Pogacar domani tenterà di scrivere la storia conquistando per il terzo anno consecutivo il mondiale d’autunno. Solo Alfredo Binda, dal 1925 al 1927, e Fausto Coppi, autore d’un poker dal 1946 al 1949, sono riusciti in questa impresa. I due avversari più accreditati dello sloveno, il connazionale Primoz Roglic (Jumbo Visma) e il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick Step), arrivano al Lombardia con la testa non del tutto concentrata sulla corsa. La sempre più probabile fusione tra le squadre di questi due campioni sta, infatti, dilaniando il mondo del ciclismo, anche per l’effetto domino che ne scaturirà per le formazioni meno ricche del World Tour. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia domani indosserà per l’ultima volta la maglia che lo ha visto, negli ultimi otto anni, ergersi a grande protagonista del ciclismo internazionale. Dall’anno prossimo, il fuoriclasse di Trbovlje vestirà i colori della Bora Hansgrohe. Ancora in via di definizione, invece, il futuro di Remco. L’Amazon, futuro sponsor dell’attuale team giallonero, vorrebbe convincerlo a restare per formare un connubio d’acciaio con Jonas Vingegaard. Evenepoel, per parte sua, non pare essere entusiasta di questa idea. Più realistico, e anche auspicabile per il bene del mondo delle corse, il suo approdo alla Ineos Grenadiers che, così, si rigenererebbe intorno a lui, voltando radicalmente pagina con il passato a tinte Union Jack.
Domani, infine, vedremo per l’ultima volta in azione in una gara monumento il Wolfpack, la formazione che negli ultimi 30 anni ha vinto più classiche d’ogni altra, dai tempi in cui la sua maglia era piena di cubetti fino al successivo lungo connubio a passo veloce. Per ben otto volte un uomo di Patrick Lefevere, lo storico manager di questo impareggiabile team, ha conquistato il Giro di Lombardia. Per noi italiani, oramai abituati a vivere ciclisticamente di ricordi, resteranno indimenticabili, in tal senso, i due trionfi consecutivi di Paolo Bettini nel biennio 2005/06. Per la cronaca, e soprattutto per chi domani volesse tentare la buona sorte, l’azzurro più quotato è Davide Formolo (UAE Team Emirates) a 51.