Confermando la tradizione che lo vuole trionfatore negli anni pari, il campione del mondo Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck) ha vinto la 108esima edizione del Giro delle Fiandre lungo i 271 chilometri da Anversa a Oude. Il nipote di Raymond Poulidor, giunto solitario dopo una cavalcata di 45 chilometri, ha preceduto sul traguardo di 1’02” il sorprendente vicentino Luca Mozzato (Arkea B&B) con il tedesco Niels Politt (UAE Team Emirates) che ha guadagnato la terza moneta per via del declassamento in volata dell’australiano Michael Matthews (Jayco AlUla). Con questo successo, il terzo per Mathieu, l’olandese ha raggiunto gli altri plurivincitori della Ronde van Vlaanderen del passato, recente e lontano: i belgi Achille Buisse, Eric Leman, Johan Museeuw e Tom Boonen, l’italiano Fiorenzo Magni e lo svizzero Fabian Cancellara.
Per determinare il destino del Fiandre 2024 sono stati sufficienti i 600 metri del Koppenberg, il leggendario strappo di 600 metri a 45 chilometri dal traguardo con pendenza media dell’11% e massima del 22%. All’imbocco dello strappo si presentava con 20″ di vantaggio lo spagnolo Ivan Garcia Cortina (Team Movistar). L’iberico sembrava non avere problemi sullo strappo quando, inopinatamente, era vittima d’un incidente meccanico che lo appiedava a bordo strada. Piombava su di lui come un falco van der Poel che, nello spazio di 300 metri, scavata un solco incolmabile. Per un breve frangente tentava di rientrare lo statunitense Matteo Jorgenson (Visma Lease a Bike), costretto rapidamente ad alzare bandiera bianca. Gli ultimi 40 chilometri erano didascalici con la maglia iridata in passerella e gli altri che si ricompattavano per lo sprint di consolazione.
Il sorprendente secondo posto di Mozzato ha fatto da preludio al regalo di Pasqua più bello. A nove anni di distanza dal suo primo successo nella corsa dei muri, Elisa Longo Borghini (Lidl Trek) ha conquistato il suo secondo Fiandre rosa. La campionessa d’Italia ha prevalso allo sprint sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing) anche grazie all’aiuto della compagna di squadra, l’olandese Shirin van Anrooij, giunta terza, che le ha lanciato la volata.
Una Pasqua di resurrezione autentica, quella per il ciclismo italiano.