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Il Giro d’Italia 2019 si è dimenticato del Sud?

Guardando la cartina della prossima corsa rosa non può che saltare all'occhio la mancanza totale di praticamente tutta la zona meridionale della nostra Penisola. Perché?

Di Diego Barbera
Pubblicato il 1 Nov. 2018 alle 11:53

Il Giro d’Italia 2019 snobba il sud tagliandolo completamente dal percorso che arriva solamente fino a San Giovanni Rotondo (Foggia)? È innegabile che le tappe della prossima corsa rosa si fermino decisamente a nord andando soltanto a sfiorare la parte più meridionale della nostra penisola. Ci sono motivazioni presto dette riguardo questa scelta, che sta già facendo discutere, molto più della partenza da Gerusalemme del 2018.

Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha commentato a RadioMarte: “È inaccettabile che ci sia un’unica tappa che coinvolge il Sud, quella che raggiunge San Giovanni Rotondo in Puglia, mentre sono del tutto escluse le altre regioni del Mezzogiorno, Campania compresa

Dopo la presentazione ufficiale del percorso ieri a Milano si sono tolti i veli della 102a edizione della più importante competizione ciclistica Italiana. Il Giro 2019 scatterà da Bologna e terminerà la proprio fatica a Verona, dall’11 maggio al 2 giugno prossimi venturi.

Tuttavia, basta dare un’occhiata all’immagine sopra della mappa per notare che una penisola amputata di tacco, punta e isole, con le frazioni tutte concentrate al centro-nord.

Dopo Bologna, si scende in Toscana, dunque nel Lazio e si taglia verso l’Adriatico fino a San Giovanni Rotondo (che peraltro non è neanche il punto più a sud). Si risale in Abruzzo e si sfila via veloci in Umbria, Marche e si ritorna in Emilia Romagna. Le tappe decisive come sempre saranno sulle montagne che hanno scritto la storia della corsa rosa su tutto l’arco alpino da nordovest (con piccolo sconfinamento in Francia) a nordest. Infine, si terminerà a Verona.

È chiaro che il percorso del Giro d’Italia, per sua natura, abbia delle evidenti limitazioni visto che è impossibile toccare tutte e 20 le regioni in una sola edizione. Di conseguenza, a rotazione almeno tre o quattro vengono non considerate ogni anno. E ogni volta c’è polemica.

Considerando il fatto che – per ragioni economiche – il Giro d’Italia parte una volta ogni due anni dall’estero (Israele 2018 e Olanda 2016, ad esempio) è ancora più difficile coprire tutto il territorio tricolore.

Discorso particolare per la Sardegna, in questo senso la regione meno considerata per questioni logistiche dato che l’unico modo realistico per renderle onore è quello della grande partenza. Ma questo avviene solamente in occasioni rare, l’ultima due anni fa.

La Sicilia, invece, è stata omaggiata nelle ultime due edizioni con il trasferimento della Sardegna e da Israele.

Ci sono regioni invece che vengono costantemente toccate dal Giro d’Italia come quelle Alpine: Veneto e Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte. La Liguria è la regione meno fortunata di quelle settentrionali.

Insomma nessuna scelta di carattere razzista o discriminatorio ma solamente un delicato e niente affatto semplice gioco di calibro ed equilibrio per garantire che il Giro Italia diventi tale.

Tuttavia, guardare quella cartina mozza è davvero difficile da digerire.

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