Chi era Gino Bartali | Campione di ciclismo | Prima prova esame di maturità 2019
CHI ERA GINO BARTALI – Tra le tante tracce della prima prova (italiano scritto) dell’esame di maturità 2019, prevista per oggi – mercoledì 19 giugno 2019 – spicca il tema di attualità “Gino Bartali, tra sport e storia”.
Il nome di Gino Bartali, per tutti gli appassionati di sport e soprattutto di ciclismo, è ormai una leggenda. Il ciclista toscano, nato il 18 luglio 1914, è noto per aver vinto per tre volte il Giro d’Italia e per due volte il Tour de France tra gli anni Trenta e Cinquanta.
Gino Bartali, soprannominato “Ginettaccio”, negli anni si è reso inoltre protagonista di una grande rivalità con un altro mito del ciclismo italiano, Fausto Coppi.
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Chi era Gino Bartali | Il suo nome nel Giardino dei Giusti
Ma non è tutto qui. Bartali – ed è anche questo il motivo per cui è stato inserito in una traccia di maturità legata anche alla storia – ha ricevuto nel 2013 (13 anni dopo la sua morte) l’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni“, che viene conferita ai non ebrei che si sono distinti per salvare anche solo un ebreo durante l’Olocausto.
Negli anni della seconda guerra mondiale, infatti, il grande ciclista si è impegnato a fondo per salvare la vita a decine di ebrei italiani, trasportando foto e documenti da una città all’altra, nascosti nei tubi della sua bicicletta.
Atti di vero coraggio che gli sono valsi, dopo la morte, grandi onorificenze: la medaglia d’oro al valor civile nel 2006 (conferitagli dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi) e soprattutto l’iscrizione del suo nome nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme, accanto a quello di altri 500 italiani che si impegnarono ad aiutare i concittadini ebrei, salvando l’onore della nazione.
Chi era Gino Bartali | La carriera | Gli inizi
Ma chi era Gino Bartali? Quali sono state le sue maggiori imprese nel ciclismo?
Gino Bartali nasce a Ponte a Ema, in provincia di Firenze, il 18 luglio 1914. Fin da piccolo, come succede a tanti che poi diventano campioni assoluti dello sport, dimostra spiccate abilità sulle due ruote.
Nel 1935, a 21 anni, si iscrive come indipendente alla Milano-Sanremo. Alla fine taglia il traguardo in quarta posizione: uno sconosciuto che dimostra di avere la stoffa per stare accanto a tanti nomi blasonati.
Chi era Gino Bartali | La carriera | Il successo e la rivalità con Fausto Coppi
Grazie alla sua maiuscola prestazione ottiene il suo primo contratto da professionista, con la Frejus. Con questa compagnia vince i campionati italiani di ciclismo e registra buone performance al Giro. Ma è nel 1936, con la Legnano, che Bartali vince il primo Giro d’Italia: un’impresa che bissa anche nel 1937, quando diventa anche capitano della squadra italiana al Tour.
L’anno successivo, nel 1938, porta a casa anche il suo primo Tour de France. Lo spartiacque della sua carriera è però il 1940, quando emerge nella sua squadra il nome di Fausto Coppi. In quell’edizione del Giro, Bartali – anche a causa di un inizio poco brillante, condito da una brutta caduta – corre da gregario, trascinando lo stesso Coppi a una strepitosa vittoria.
È l’ultima edizione del Giro prima dell’interruzione per la seconda guerra mondiale, durante la quale come abbiamo già visto Bartali si dimostra un campione di coraggio.
Nel 1946, ancora Bartali riesce a portare a casa il Giro d’Italia, nonostante non riesca a vincere neanche una tappa, proprio contro Coppi, nel frattempo passato dalla Legnano alla Bianchi.
Chi era Gino Bartali | Un nuovo appuntamento con la storia
Due anni dopo, nel 1948, arriva anche la seconda, storica e ultima vittoria al Tour de France. Una vittoria entrata nella storia, tra verità e leggenda, soprattutto per i risvolti politici che ha avuto sul nostro paese. Due settimane prima, infatti, il segretario del Partito comunista Palmiro Togliatti viene colpito in un attentato.
La vittoria di Bartali, ci raccontano da sempre i nostri nonni, aiuta a evitare che l’Italia sprofondi nell’abisso di una guerra civile. L’entusiasmo per l’impresa di “Ginettaccio”, unita alle parole di Togliatti dall’ospedale, riescono infatti a far prevalere l’unità del nostro popolo allo scontro di piazza.
Quella del 1948 è l’ultima grande impresa di Bartali, che continua a correre fino al 1954 senza grandi successi. nel 2000 poi, a quasi 86 anni, la morte. E le onorificenze arrivate postume, a un uomo in grado di unire sport, storia e nazione sotto l’impeto di una grande scalata di montagna.
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