Esultanze, minacce e provocazioni. La sfida tra Germania e Svezia non è finita ieri sera. La gara, decisa al 95′ dal gol di Kroos, ha avuto e sta avendo diversi strascichi.
Subito dopo la partita, mentre lo svedese (ma di origini turche) Jimmy Durmaz – autore del fallo decisivo che ha portato al gol della Germania – faceva il pieno di insulti e minacce sui social, i compagni di squadra si sfogavano con i giornalisti per l’atteggiamento avuto dai tedeschi in occasione del gol vittoria.
In particolare alla nazionale svedese non è affatto andato giù il comportamento di alcuni tedeschi in panchina: Georg Behlau e Uli Voigt (due membri della DFB) che hanno esultato provocando la panchina avversaria.
“Bisognerebbe rispettare l’avversario con cui si è combattuto per 95 minuti”, ha detto l’allenatore della Svezia Janne Anderson. Anche Emil Forsberg, numero 10 degli svedesi che gioca in Bundesliga col Lipsia, si è detto indignato: “Un comportamento schifoso, hanno mancato di rispetto”.
Nella notte poi la DFB ha chiesto scusa su twitter: “È stata una partita emozionante. Alla fine alcune manifestazioni di gioia rivolte alla panchina svedese sono state eccessive. Non è questo il nostro stile. Per questo ci siamo scusati con loro”.
Es war ein emotionales Spiel. Am Ende war die eine oder andere Reaktion oder Geste unseres Betreuerstabes in Richtung der schwedischen Bank zu emotional. Das entspricht nicht unserer Art. Dafür haben wir uns beim schwedischen Trainer & seinem Team entschuldigt. Ursäkta! #GERSWE
— Die Mannschaft (@DFB_Team) 23 giugno 2018
Una esultanza smodata da parte della Germania nata dalla pressione. Dal grosso peso sullo stomaco che si sono levati: la probabile uscita dal Mondiale alla fase a gironi. La prima nella loro storia.
“Si ha la sensazione che in molti sarebbero stati contenti se fossimo stati eliminati. Cerco sempre di evitare di vedere la tv e leggere i giornali dopo le partite”, le parole di Kroos. “Prende parola certa gente… Si sentono tutti esperti, e mi riferisco anche a quelli che scrivono. Ho la sensazione che sia più divertente parlare e scrivere male di noi. Non veniamo aiutati da tutti questi signori”, ha poi concluso.