A Christian Eriksen, dopo il malore avuto in campo sabato scorso durante la partita Danimarca-Finlandia, verrà impiantato un defibrillatore cardiaco. L’annuncio è stato dato dalla federazione danese. Una decisione presa dal team di medici e specialisti che ha in cura il centrocampista dell’Inter e della Nazionale, ricoverato al Rigshospitalet di Copenaghen dopo l’arresto cardiaco avuto in campo agli Europei.
“Dopo diversi esami si è deciso che Christian dovrà avere un ICD (defibrillatore cardiaco) – si legge nel comunicato diffuso stamattina – Questo dispositivo è necessario dopo un attacco cardiaco causato da aritmia. Christian ha accettato la soluzione e il piano è stato inoltre confermato da specialisti nazionali e internazionali, che raccomandano tutti lo stesso trattamento. Incoraggiamo tutti a rispettare la privacy e la serenità di Christian e la sua famiglia”.
Il defibrillatore impiantato vicino al cuore interverrà automaticamente qualora in futuro dovesse avvenire un nuovo cortocircuito elettrico in seguito a fibrillazione ventricolare, come accaduto sabato scorso. In questo modo verrebbe scongiurato il rischio di un arresto cardiaco non reversibile in assenza di un defibrillatore, dando immediatamente quella scarica che ‘resetti’ il cuore e lo faccia ripartire.
Il dispositivo è posizionato sottocute attraverso una piccola incisione che viene successivamente richiusa con filo di sutura, e collegato a elettrocateteri inseriti nel sistema venoso. Secondo gli studi di settore gli Icd possono avere un ruolo nella prevenzione dell’arresto cardiaco in pazienti ad alto rischio di aritmie ventricolari. Difficile che dopo questa operazione Eriksen possa tornare in campo. Quanto meno non in Italia, secondo le regole vigenti che vietano l’idoneità agonistica a persone con impiantato un defibrillatore. Non è detto però che la sua carriera sia definitamente conclusa. Anche se si tratta di un caso diverso, bisogna ricordare che l’olandese Daley Blind gioca con un defibrillatore sottocutaneo.
Secondo il professor Bruno Carù, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, le ipotesi sono remote, perché il defibrillatore può rompersi in caso di urto. Il medico della nazionale italiana campione del mondo nel 2006, Enrico Castellacci, ha commentato la vicenda alla trasmissione Azzurro Italia su Cusano Italia tv: “Se dobbiamo essere onesti, dobbiamo dire che la sua carriera potrebbe essere compromessa”, ha ammesso. “Se è una patologia che per i protocolli può permettere di riprendere a giocare ben venga, sarei veramente felice, qualora ciò non dovesse succedere la riflessione che dobbiamo fare è che in pochi minuti è passato dalla morte alla vita e questo ci deve far comunque sorridere”. Se ne saprà di più dopo gli ulteriori approfonditi esami cui sarà sottoposto Eriksen.
Le prime parole dopo il malore
Intanto nelle scorse ore il medico che ha soccorso in campo Eriksen, Jens Kleinefeld, ha rivelato ad alcuni media tedeschi le parole pronunciate dal calciatore danese al risveglio dopo alcuni minuti di massaggio cardiaco e trenta secondi di defibrillatore. “Sono tornato con voi. Dannazione, ho solo 29 anni”. “Eriksen si è svegliato subito dopo la prima scossa, saranno trascorsi non più di trenta secondi ed è stato un momento molto emozionante”, ha raccontato il medico. “Mi senti? Sei qui?”, gli chiese in quegli istanti drammatici Kleinefeld, anestesista e docente universitario a Solingen. “Sì”, ripose subito l’interista, aggiungendo quel “dannazione, ho solo 29 anni”. “Una cosa molto toccante – spiega il dottore – ma di più importantissima per me in quanto medico: il segnale che il giocatore era perfettamente in sé e che il suo cervello non aveva subito danni”.