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Edoardo Bove e il malore: “In ambulanza ero indemoniato, cercavo di mordere tutti”

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Il centrocampista della Fiorentina racconta cosa ricorda del malore accusato al Franchi nel match contro l'Inter

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 18 Mar. 2025 alle 13:24

La voglia di tornare a giocare, la salute mentale e il ricordo di quel maledetto 1° dicembre quando un malore lo colpì mentre si giocava Fiorentina-Inter: Edoardo Bove, centrocampista della squadra viola, si racconta al podcast Passa dal Bsmt. Ai microfoni di Gianluca Gazzoli, il calciatore, a cui è stato impiantato un defibrillatore, dichiara di non sapere ancora che cosa gli riserverà il futuro: “La legge italiana non permette di giocare a calcio con il defibrillatore ma non è una questione medica; per questo motivo all’estero certi Stati consentono la pratica agonistica. Nel futuro dovrò fare delle visite importanti che mi diranno se posso toglierlo e, in caso, cosa dovrò fare”.

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Quel che conta di più, però, al momento è la sua salute mentale: “Perché se io non mi sentissi sicuro senza allora cambierebbe tutto. Non c’è ancora nulla di definito quindi e questo mi fa ben sperare nel futuro. Io all’estero? Sì, ci andrei, perché lo devo a me e a tutti i sacrifici che ho fatto. Non mi sentirei di mollare, sono ancora giovane. Dopo il malore ho sentito subito Eriksen, è stato molto carino e mi ha dato tanti consigli”.

Il centrocampista, poi, racconta cosa ricorda prima e dopo il malore. I primi 15 minuti, poi il gol annullato a Lautaro. In quel momento: “Già sentivo girarmi un po’ la testa, anche se il cuore lo sentivo battere normalmente. A quel punto mi sono abbassato e quando mi sono rialzato sono andato giù. Non ho mai sentito nulla al petto. Mi sono svegliato all’ospedale senza ricordarmi nulla. Mi hanno detto che in ambulanza ho fatto un bel casino, dopo che mi hanno rianimato cercavo di mordere, ero abbastanza indemoniato, ma non ricordo niente. È incredibile come il nostro cervello scelga cosa ricordarsi o meno”.

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