Djokovic vince il ricorso: potrà restare in Australia e giocare gli Australian Open
Novak Djokovic vince il ricorso: il tennista serbo, quindi, potrà restare in Australia dove giocherà gli Australian Open, il primo Slam del 2022, anche se le autorità australiane, secondo quanto riferito dai parenti di Djokovic, avrebbero deciso comunque di bloccare lo sportivo e di procedere alla sua espulsione dal Paese. Notizia, però, smentita poco dopo.
La Corte federale di Melbourne, dunque, ha dato ragione ai legali dello sportivo, che avevano presentato ricorso contro la decisione dell’Australian Border Force di cancellare il visto del tennista non permettendo l’ingresso di Djokovic nel Paese poiché, secondo le autorità australiane, non erano state presentate le prove per avere un’esenzione medica legittima.
Ma i colpi di scena non sono finiti qui perché poche ore dopo il verdetto, le autorità australiane avrebbero comunque deciso di proseguire per la loro strada, ponendo nuovamente in stato di arresto il campione serbo.
La notizia era stata confermata dal padre di Djokovic, mentre il fratello aveva dichiarato che per il momento c’era solo l’intenzione di bloccarlo.
“Quello che possiamo fare è farlo sapere su tutti i social media, vogliono catturare e rinchiudere di nuovo Novak. Al momento stiamo consultando i legali sui prossimi passi. È con i suoi avvocati nella stanza in cui erano durante l’udienza, a pensare alle opzioni” ha scritto su Twitter Djordje Djokovic.
La notizia, però, è stata successivamente smentita dalle autorità australiane, le quali comunque starebbero valutando la possibilità di fare ricorso contro la decisione della Corte federale.
Poche ore dopo la sua “liberazione” il tennista ha rotto il silenzio sui social scrivendo: “Sono lieto e grato che il giudice abbia annullato la mia cancellazione del mio visto. Nonostante tutto quello che è successo, voglio restare e provare a competere per gli Australian Open. Sono volato qui per prendere parte a uno degli eventi sportivi più importanti”.
“Per ora non posso dire di più – ha aggiunto Djokovic – Grazie a tutti per essere stati al mio fianco in questa situazione e per avermi dato la forza”.
Secondo i legali di Djokovic, il tennista era risultato positivo al Covid a metà dicembre, motivo per cui aveva ottenuto l’esenzione medica. Una tesi accolta dalla Corte federale che quindi ha ritenuto “irragionevole” l’annullamento del suo visto.
Si chiude, così, una vicenda che aveva avuto anche risvolti diplomatici con il premier serbo e il ministro degli Esteri che erano intervenuti in prima persona per sbloccare la vicenda, protestando contro le autorità australiane.
“Ho appena finito una conversazione telefonica con Novak Djokovic. Ho detto al nostro Novak che tutta la Serbia è con lui e che le nostre autorità stanno prendendo tutte le misure per fermare le molestie al miglior tennista del mondo nel più breve tempo possibile. In accordo con tutte le norme del diritto pubblico internazionale, la Serbia si batterà per Novak Djokovic, per la giustizia e la verità. A proposito, Novak è forte, come lo conosciamo tutti” aveva dichiarato sui social il premier serbo subito dopo la decisione di non far entrare in Australia il tennista, che, in attesa del ricorso, aveva trascorso diversi giorni in isolamento in un hotel di Melbourne.
Notizia in aggiornamento