Entro una decina di giorni Dani Alves conoscerà la sentenza del giudice del Tribunale di Barcellona davanti al quale si è svolto il processo per lo stupro di cui è accusato l’ex calciatore del Barca e della Juventus.
Il brasiliano è rinchiuso in un carcere della Catalogna dal gennaio del 2023, in seguito all’accusa mossagli da una ragazza di 23 anni che sostiene di aver subìto violenza nel bagno di una discoteca di Barcellona nella notte tra il 30 e il 31 dicembre del 2022. La condanna, in base alle richieste formulate, può andare dai 9 anni di carcere ai 12, e sembra difficile – alla luce del quadro probatorio, ma anche dell’andamento del processo – che l’ex campione possa uscirne indenne.
A non aiutare Dani Alves il fatto che in questi 13 mesi abbia cambiato la propria versione ben cinque volte, ammettendo alla fine il rapporto sessuale completo ma sostenendo che fosse consensuale, ed invocando come attenuante un suo presunto stato di non padronanza di se stesso dovuto all’assunzione abbondante di alcol, al punto da non riuscire a reggersi in piedi al ritorno a casa. Il suo ultimo avvocato (dei tre che ha cambiato), Ines Guardiola, ha chiesto ancora una volta nel corso del processo la libertà provvisoria per il giocatore più titolato nella storia del calcio, con ritiro contestuale dei suoi due passaporti brasiliano e spagnolo.
Istanza ancora una volta respinta dal giudice per il rischio di fuga, reso ancora più grande dal fatto che tra Spagna e Brasile non esiste un accordo di estradizione. Ipotesi confermata da un ex compagno di carcere del brasiliano: “Se gli danno la libertà provvisoria in attesa del processo, la prende e va in Brasile definitivamente”, ha detto il detenuto a Telecinco. “Ma questo glielo ha detto Alves?”, ha chiesto la conduttrice del programma. “Certamente”, ha risposto l’uomo, che rivelerà la sua identità nei prossimi giorni.
Un altro detenuto ha invece raccontato che Dani Alves sarebbe entrato nel protocollo anti suicidio: “Sono state prese misure estreme per paura che si tagliasse o tentasse di fare qualcosa di folle o cose del genere. A seguito del processo, è diventato depresso, sembrava avvilito. Ha seguito quel protocollo dal giorno dopo il processo”.