Serie A, l’ipotesi estrema: tutte le partite a Roma, in ritiro anche gli arbitri
L’emergenza Coronavirus ha bloccato ormai da un mese gran parte delle attività e degli eventi in Italia, per cercare di limitare al massimo i contagi Così anche il calcio ha dovuto prendersi una pausa, con lo stop a tutte le attività sportive. Il mondo del pallone è però al lavoro per capire se e quando si potrà tornare a giocare, per completare il campionato e assicurare la regolarità della stagione.
Dopo il rinvio al prossimo anno degli Europei, sono tante le ipotesi in campo circolate in queste ultime settimane. Nelle ultime ore prende campo una delle più estreme, come riporta Fulvio Bianchi su Repubblica: una sorta di ritiro-clausura di 45 giorni a Roma, con l’obiettivo di allenarsi e poi disputare le rimanenti partite di Serie A tutte a Roma.
Un’ipotesi che sembra raccogliere via via maggiori consensi, anche tenendo conto del fatto che la Capitale non è stata toccata dal Coronavirus con i numeri registrati in Lombardia e al Centro-Nord, tanto che si stima che entro fine aprile Roma sarà una città a contagio zero. Ovviamente l’eventuale ripresa del campionato dovrà prevedere misure sanitarie e di sicurezza importanti, a cominciare dalle porte chiuse, assenza di giornalisti e test sierologici e mascherine per tutti quelli che entrano nello stadio.
Ma le misure straordinarie, secondo quanto riporta Repubblica, riguarderanno anche gli arbitri. Secondo il presidente dell’Associazione arbitri Marcello Nicchi, i direttori di gara sono particolarmente a rischio. Per cui è probabile che queste ultime partite di Serie A si giochino senza l’ausilio del Var. Anche ai fischietti potrebbe essere imposto una sorta di ritiro di un paio di mesi a Roma, o più probabilmente a Tivoli, senza alcun contatto con familiari o altre persone esterne. Si tratta di un’ipotesi davvero percorribile? Per delle decisioni ufficiale bisognerà attendere fine mese.
Leggi anche: Serie A, c’è l’accordo tra club per taglio stipendi. AIC: “Proposta vergognosa”