Il Cile non gioca l’amichevole contro il Perù
Il Cile non giocherà la partita amichevole internazionale contro il Perù perché “il Paese in questo momento ha priorità più importanti rispetto al calcio“.
Il calcio non può mostrarsi indifferente rispetto a quanto sta accadendo in Cile. Dal 18 ottobre scorso il paese è scosso dalle proteste popolari contro il presidente Sebastian Piñera che hanno già provocato la morte di 20 persone e oltre 1.500 feriti.
Le rivendicazioni, iniziate per contrastare la decisione del governo di aumentare il prezzo del biglietto della metropolitana, oggi hanno come obiettivo quello di mettere fine alle forti disuguaglianze che opprimono il Paese.
L’Onu ha anche avviato un’indagine contro i soprusi che la polizia e l’esercito cileno stanno esercitando sui manifestanti. Per questo la Federazione di calcio cilena non può voltarsi dall’altra parte e ignorare il caos che investe il Paese.
Oltre alla sospensione di tutti i campionati, la CONMEBOL, (Confederación sudamericana de Fútbol, ndr), ha deciso di spostare in Perù la sede della finale di Copa Libertadores prevista per il 23 novembre tra le squadre River Plate e Flamengo.
La stessa federazione di calcio cilena ha deciso, in accordo con i calciatori, di non giocare l’amichevole contro il Perù. Nella nota ufficiale si legge: “I giocatori convocati in nazionale hanno deciso di non giocare la partita amichevole internazionale contro il Perù”.
Reinaldo Rueda, il commissario tecnico, ha lasciato liberi tutti i giocatori perché facessero ritorno alle rispettive squadre.
Gary Medel, centrocampista cileno del Bologna, rientrando in Italia ha deciso di commentare sui social la decisione della federazione: “Parlo a tutta l’opinione pubblica e in particolare ai tifosi. Come squadra abbiamo deciso di non giocare la partita amichevole con il Perù considerato il momento delicato a livello sociale che il nostro Paese sta attraversando. Siamo giocatori di calcio ma prima di tutto persone e cittadini. Sappiamo che rappresentiamo un paese completo e oggi il Cile ha altre priorità molto più importanti della nostra prossima partita. C’è una sfida più importante da giocare: quella della parità e del cambiamento per un Paese più giusto. Siamo dalla parte della nostra gente ma condanniamo ogni forma di violenza. Il Cile ha bisogno di pace, ma non di dimenticare le ragioni della protesta”.
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