Prosegue senza sosta la stagione ciclistica. Tour de France ed Olimpiadi sono ancora freschi nella memoria. Neanche il tempo di digerire questi due grandi eventi che la terza grande corsa a tappe annuale, sia per ordine cronologico che per importanza, bussa alla porta. Da Burgos a Santiago de Compostela, da domani a domenica 5 settembre la 76esima Vuelta Espana cadenzerà il ritmo dei nostri pomeriggi.
Sulla falsariga del recente Giro d’Italia ci saranno 41 chilometri a cronometro: sette domani in apertura ed il resto all’ultimo atto in Galizia. In mezzo 19 frazioni, di cui otto per velocisti, con le rimanenti sempre comprendenti asperità più o meno dure. Nessuna tappa raggiungerà la lunghezza di 200 chilometri in ossequio ad una peculiarità ormai tipica della corsa spagnola. Un’altra tradizione, seppur recente, che verrà rispettata è quella delle frazioni unipuerto, pianeggianti con una salita stile rampa di garage in conclusione. L’impressione, tuttavia, è che a decidere la corsa possano essere le due frazioni asturiane al centro dell’ultima settimana: il tradizionale traguardo di Lagos de Covadonga mercoledì 1 settembre cui farà seguito 24 ore dopo l’inedito Altu del Gamoniteiro, definito dagli addetti ai lavori il gemello dell’Anghiru.
La startlist, sulla carta, è di prim’ordine anche se solo la strada potrà chiarire le effettive aspirazioni dei singoli partecipanti. Primoz Roglic (Jumbo Visma) va per il tris consecutivo, riuscito, prima di lui, solo a Roberto Heras ad inizio millennio. Contro di lui la corazzata Ineos Grenadiers schiera il vincitore del Giro d’Italia, Egan Bernal, il campione olimpico, Richard Carapaz, e l’inglese Adam Yates che, unico tra i big, sulla Vuelta ha centrato tutta la sua stagione. La Bahrain Victorious presenta il tandem Mikel Landa – Damiano Caruso, con il basco in prima battuta ed il ragusano pronto a subentrare proprio come fece così efficacemente al Giro d’Italia. La Movistar sarà imperniata sul duo Enric Mas – Michele Angel Lopez anche se è lecito attendersi un’ultima zampata da Don Alejandro Valverde, al passo d’addio nella corsa che nel 2009 gli regalò l’unico successo in carriera in un grande giro.
Gli italiani, Caruso a parte, confidano in una risposta chiarificatrice da Giulio Ciccone (Trek Segafredo), per la prima volta capitano unico della sua squadra. Per il teatino è giunto il momento di dimostrarsi competitivo sulle tre settimane. Matteo Trentin (UAE Emirates) cercherà la forma giusta per il mondiale di fine settembre mentre c’è curiosità intorno al 22enne Andrea Bagioli (Deceuninck Quick Step). In ultimo, abbiamo lasciato Fabio Aru (Team Qhubeka). Dopo quattro anni di sofferenze, la recente Vuelta Burgos sembrava averci riconsegnato il cavaliere dei quattro morì in una versione competitiva. Un paio di giorni fa, a spegnere ogni entusiasmo, è giunta la notizia che la Vuelta Espana 2021 chiuderà a soli 31 anni la sua controversa carriera. La speranza è che una ritrovata competitività sulle strade che lo videro trionfatore nel 2015 possa farlo recedere dal proposito manifestato.