Caster Semenya, mezzofondista sudafricana, ha perso il ricorso al Tas (Tribunale arbitrale sportivo) e dovrà quindi sottoporsi a una terapia ormonale per poter gareggiare con le donne.
La due volte campionessa olimpica e tre volte campionessa mondiale negli 800 metri piani dovrà sottostare al nuovo regolamento della Federazione internazionale d’atletica (Iaff) che prevede la riduzione dei livelli di testosterone per le donne che ne producono in quantità eccessiva.
La 28enne, sposata con Violet Raseboya, si era opposta al nuovo regolamento con l’appoggio della federazione sudafricana ma il verdetto del Tas ha respinto l’appello dell’atleta affetta da una malattia genetica.
Immediata la replica sul suo profilo social: “A volte la miglior reazione è non reagire”, ha scritto la campionessa su Instagram. Le nuove norme della Iaff entreranno in vigore il 9 maggio: per gareggiare in ambito femminile il livello di testosterone nel sangue non dovrà superare la soglia di 5 nanomoli per litro.
La Semenya era balzata alle cronache nell’agosto del 2009 quando conquistò la vittoria ai Mondiali di Berlino con il tempo record di 1’55”45. L’atleta, che all’epoca aveva diciotto anni, venne sottoposta a un test per stabilirne il sesso. Caster Semenya è un uomo?: le sue rivali avevano iniziato a sollevare dei dubbi.
Successivamente venne fuori la verità: la sudafricana soffrirebbe non solo di iperandrogenismo ma anche di un disordine della differenziazione sessuale (Dsd).
La campionessa olimpica e mondiale, portabandiera per il Sudafrica alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012, ha commentato così la decisione del Tas: “Per un decennio la Iaaf ha cercato di rallentarmi, ma questo invece mi ha reso più forte. La decisione del Tas non mi fermerà”.
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