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Malagò: “Carini ha subito pressioni dall’Iba prima del match con Khelif”

Credit: AGF
Di Enrico Mingori
Pubblicato il 6 Ago. 2024 alle 17:45

Prima del match delle Olimpiadi contro Imane Khelif, la pugile italiana Angela Carini ha ricevuto pressioni dall’Iba, la Federazione internazionale di Boxe. Lo rivela il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista al quotidiano La Stampa.

“Angela mi ha mostrato le pressioni cui è stata sottoposta nei giorni precedenti l’incontro dall’Iba”, riferisce Malagò.

Nel match contro Khelif, valevole per gli ottavi di finale dei pesi welter, Carini si è ritirata dopo appena 45 secondi lamentando di aver ricevuto un pugno sul naso troppo forte, che l’ha spaventata.

L’anno scorso l’Iba – organizzazione non riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) – aveva escluso Khelif dalla finale dei Mondiali ritenendola inadatta a gareggiare contro pugili femmine.

Nelle ultime settimane si è sparsa la notizia che tale esclusione fosse stata dettata dai livelli eccessivi di testosterone rilevati nel sangue della pugile algerina, ma l’Iba ha smentito di averla sottoposta a test sul testosterone, senza tuttavia meglio precisare – per motivi di privacy – le ragioni dell’esclusione.

Una delle ipotesi avanzate – che tuttavia al momento non trova riscontri ufficiali – è che Khelif sia un soggetto intersex: presenterebbe cioè i cromosomi sessuali XY tipici di un maschio pur avendo i genitali tipici di una femmina.

Quel che è certo è che per il Cio l’atleta rispetta i parametri richiesti per essere ammessa alle gare olimpiche femminili

“Ho ricevuto dalla massima autorità medica del Cio il documento sulla regolarità della partecipazione di Khelif al torneo”, conferma Malagò. “Il resto sono chiacchiere che hanno travolto Angela”.

“Non lancio nessun j’accuse – prosegue il presidente del Coni – ma non mi sorprendo affatto che la questione sia diventata politica. Tutto viene strumentalizzato oggi dalla politica. A destra come a sinistra”.

“Sa che cosa mi ha dato fastidio più di tutto?”, conclude Malagò rivolgendosi al giornalista della stampa: “Che i media per un paio di giorni abbiano parlato più di questo caso che delle medaglie vinte da atleti che si preparavano da anni”.

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