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Gravina rieletto presidente della Figc: quali prospettive per il calcio dei prossimi anni?

Credit: Ansa
Di Redazione TPI
Pubblicato il 20 Feb. 2021 alle 10:56 Aggiornato il 22 Feb. 2021 alle 15:43

I candidati iscritti alla competizione erano due, ma non c’è stata storia, oggi, per il rinnovo delle cariche esecutive in Federazione Italiana Giuoco Calcio. Gabriele Gravina, attuale presidente in carica, era sostenuto da tutte le componenti, incluse Serie A e Serie B, arbitri, calciatori e allenatori, tranne la Lega Nazionale Dilettanti, che come è ovvio ha “spinto” il suo presidente Cosimo Sibilia, peraltro in tutt’altre faccende affaccendato in qualità di deputato di Forza Italia e aspirante sottosegretario nel neonato Governo Draghi.

Se sembrava scritto ciò che è successo oggi, comunque, non è invece scontato ciò che succederà al calcio italiano nei prossimi anni né cosa bisognerà fare per governarlo al meglio, scegliendo con cura quelle leve che potranno tenerlo a galla e anzi rilanciarlo, facendo andare avanti le competizioni professionistiche e dilettantistiche, dedicando grande attenzione agli aspetti della sostenibilità finanziaria delle sue realtà, al dialogo continuo con le istituzioni, all’impatto sociale ed economico che il calcio rappresenta per il Paese.

È con il divertissement poetico dell’acrostico che si apre il programma di Gabriele Gravina per i prossimi anni, “La partita per il futuro”, che abbiamo potuto consultare per TPI.

Coesione, Azione, Lungimiranza, Competenza, Innovazione, Opportunità: queste le parole scelte dal presidente uscente per descrivere la sua idea per i prossimi anni, e non è affatto un caso che le iniziali di queste messe una dopo l’altra vadano a formare il nome dello sport più amato dagli italiani.

Il programma di Gravina è importante e ricco di iniziative da portare a termine nel corso dei prossimi quattro anni, facendo chiaro affidamento su quanto già fatto negli scorsi due anni. Ma dei buoni piani ovviamente non bastano, e la calamità che ha attraversato il mondo – ogni settore, ogni nazione, ogni ambito delle attività umane – in questi ultimi 12 mesi lo dimostra pienamente.

Va riconosciuto che, in uno sforzo condiviso con le altre grandi federazioni internazionali, da quella spagnola a quella tedesca, da quella francese a quella inglese, passando per UEFA e FIFA, il mondo del calcio ha risposto in modo dignitoso e attento.

Protocolli rigidi hanno permesso, piccole polemiche da tifosi a parte, di chiudere i campionati della scorsa stagione e di giocare senza particolari intoppi le partite di quest’anno. Anche senza spettatori, il dolore più grande per ogni amante dello sport, avremo delle squadre che meriteranno sul campo i trofei nazionali e internazionali più importanti.

La FIGC, tuttavia, ha dovuto affrontare anche la crisi finanziaria dei club di ogni categoria inventando strumenti sempre nuovi, come un Fondo Salva Calcio di quasi 34 milioni di euro e richiedendo al Governo un’attenzione particolare, tanto da spingerlo al rinvio a fine 2020 dei versamenti fiscali e previdenziali di gennaio e febbraio per tutte le società sportive, che saranno dilazionati fino a fine maggio.

Le situazioni di urgenza hanno dunque trovato una Federazione solida e unita nel difendere un intero mondo che stava realmente rischiando la pelle. Il futuro però avrà bisogno di misure strutturali e meccanismi di sostenibilità economica e finanziaria che aiutino le società a salvaguardare i propri investimenti e solidità patrimoniale, con procedure di accreditamento migliori e più sicure per i soggetti e le iniziative imprenditoriali che decidano di investire nel calcio.

Gravina prevede per i prossimi anni di innestare maggiori controlli federali, finalizzati a prevenire le crisi societarie, da mettere al centro della strategia per ottenere sistemi di governance più efficienti e trasparenti.

Una gestione strategica più sostenibile che guarda alla redditività del calcio e prende ad esempio la mutualità tra squadre che esiste in leghe di grandissimo profilo come l’NBA statunitense, che dà a tutti la possibilità di competere, oltre che di sopravvivere.

Una strategia a tutto tondo che mostra già i suoi primi raggi di sole: la gestione dei ricavi commerciali della FIGC, internalizzata per la prima volta sotto la gestione Gravina, ha infatti già prodotto risultati significativi, con un aumento del 50% dei ricavi commerciali negli ultimi due anni rispetto al quadriennio precedente. Il Sistema Calcio avrà dure prove davanti, e la sua guida dovrà rimanere più solida che mai.

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