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Mondiale femminile 2019, la calciatrice degli Stati Uniti non canta l’inno per protesta contro Trump: critiche sui social

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 12 Giu. 2019 alle 18:32 Aggiornato il 12 Giu. 2019 alle 18:39

Mondiale femminile 2019 protesta Rapinoe | Stati Uniti | Donald Trump | Inno

MONDIALE FEMMINILE 2019 PROTESTA RAPINOE – Una protesta silenziona, ma molto rumorosa. Megan Rapinoe, attaccante della nazionale femminile di calcio degli Stati Uniti, che assieme alle sue compagne ha giocato il primo match del mondiale contro la Thailandia (13-0 il risultato finale), è finita al centro di numerose polemiche. La giocatrice durante l’inno nazionale, mentre tutte le sue compagne cantavano, è rimasta in silenzio.

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Secondo quanto riporta il Daily Mail, prima della partenza per la Francia (sede del Mondiale 2019) la Rapinoe aveva promesso di non cantare l’inno per protestare nei confronti del presidente statunitense Donald Trump e del suo trattamento nei confronti delle minoranze.

La calciatrice, da sempre attivista LGBT, ha fatto coming out nel 2012 e aveva raccontato le sue intenzioni prima del torneo a Yahoo Sports. “Probabilmente non canterò mai più l’inno nazionale – aveva detto -. È una specie di ‘vaffa’ positivo nei confronti dell’amministrazione Trump e di come si comporta con chi la pensa diversamente”.

Mondiale femminile 2019 protesta Rapinoe | Stati Uniti | Donald Trump | Le reazioni

Una protesta che ha suscitato tanto rumore negli Stati Uniti dove il gesto della Rapinoe è stato visto come poco patriottico. Tantissimi i tweet contro la giocatrice. “Megan Rapinoe dovrebbe essere cacciata per la sua mancanza di patriottismo. Perchè rappresentare una nazione che odi?”, “Megan Rapinoe non si merita di indossare la maglia della nazionale. Non giocare con gli USA se non li rispetti, non rappresentare gli Stati Uniti se li odi” e tanti altri messaggi simili.

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Qualcun altro però ha voluto difendere la scelta dell’attaccante che non ha potuto replicare il gesto di tanti suoi colleghi che nel recente passato per protesta si sono inginocchiati all’inno nazionale. A fermarla le nuove regole federali che prevedono di mantenere una posizione “corretta” quando c’è l’inno. Da qui la decisione della Raponoe di tenere la bocca chiusa. In effetti nessuno può obbligarla a cantare…

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