Italia calcio femminile ascolti tv | Non so se vi è capitato ieri sera di andare in giro per i bar, quelli in cui si attovagliano con la birra in mano i tifosi incalliti, seduti in cerchio intorno al tavolino, con la partita alla televisione e camminando da fuori si sentono le urla, la concitazione e dalle case parte all’unisono la delusione per un palo o l’incavatura per un rigore non dato.
È l’Italia del calcio, quella che da anni raccontiamo, quella che ha ispirato cronisti, registi e scrittori, che si riunisce come davanti a un rito antico per celebrare il pallone e i suoi rotolamenti, appesi per novanta minuti davanti al televisori, pronti per scattare a molla per un goal.
Ecco, è successo ieri sera, in Italia, con 6.250.000 spettatori su Rai Uno, pari al 29,3 per cento di share.
Il programma più guardato della serata, come spesso accade, era la partita di pallone, per la precisione il match Italia-Brasile solo che in campo non c’erano i soliti noti che riempiono gli album di figurine e le pubblicità dello shampoo o i giornali durante il calcio mercato, no, c’erano le ragazze della nazionale femminile che continua il suo cammino nel Campionato Mondiale nonostante la sconfitta, finendo prima nel girone.
Un’Italia di quelle che per settimane ci hanno detto che non si possono guardare mentre giocano a pallone, non sono capaci, non è uno sport per donne, non interessano a nessuno, sono noiose, sono ridicole e tutta una serie di valutazioni maschiliste e retrograde che hanno insozzato questi campionati prima che iniziassero.
Italia calcio femminile ascolti tv | Dei fini analisti della televisione, quelli che hanno la faccia di sapere proprio tutto, ci avevano anche redarguito quando ci chiedevamo perché le partite non venissero trasmesse. Il calcio femminile in televisione non funziona dicevano e chissà che faccia hanno stamattina, schiacciati dallo share e da una squadra che appassiona esattamente come appassionano quelle degli uomini.
Qualcuno dice che è la mancanza dell’altro calcio a fare lievitare questo, sempre tutti intenti a sminuire, se non addirittura a ridicolizzare, preoccupati di essere spodestati come se fosse una guerra tra sessi anche un’innocua e divertente partita di pallone.
E invece quei numeri sono lì, in bella mostra, e ci dicono, al di là di mille parole, più di qualsiasi inutile filosofeggiare, che la nazionale italiana ha riunito le persone, ha riformato le compagnie intorno al tavolo e ha fatto esultare per il risultato raggiunto. Alla faccia degli avversari, tutti, quelle sul campo, e tutti quelli fuori.
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