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In crisi la bella parabola del calcio cinese

Credit: Pixabay
Di Redazione TPI
Pubblicato il 20 Apr. 2023 alle 18:50

Sabato scorso ha preso il via la nuova stagione del campionato di calcio cinese. Tuttavia, rispetto a quanto in auge negli scorsi anni, sembra proprio che il business e il clamore esercitato dal calcio del Paese asiatico si stia gradualmente sgonfiando, con la Super League che è quasi sull’orlo del baratro.

I numeri, d’altronde, parlano molto chiaro: negli ultimi tre anni sono fallite una quarantina di squadre e alcune di queste avevano contratto debiti per centinaia di milioni di dollari, determinando delle criticità a cascata che si sono poi riflesse anche su altri operatori di mercato, extra calcistici

Ma perché il calcio cinese è stato protagonista di un’altalena così evidente? E cosa riserva il futuro per questo sport?

I grandi progetti del calcio cinese

Per comprendere che cosa sia accaduto al calcio cinese bisogna fare un salto all’indietro al 2015, quando il presidente Xi Jinping prende il potere in Cina e, da grande appassionato della disciplina sportiva, annuncia l’ambizioso progetto di portare la nazionale maschile cinese ad essere la migliore dell’Asia entro il 2030 e una delle migliori al mondo entro il 2050.

Sebbene non sia possibile sapere se l’obiettivo del 2050 verrà raggiunto, è certo che a metà del percorso del primo dei due target, il conseguimento di tale finalità sia piuttosto lontano: nel ranking FIFA la Cina è all’80° posto, mentre il sistema calcistico è costantemente interessato da fallimenti, corruzioni e scandali.

Ragionando in soli termini finanziari, e prescindendo per il momento dall’aspetto puramente sportivo, si tratta di un investimento deludente: basti considerare che tra il 2015 e il 2022 le società cinesi hanno spenso oltre due miliardi di dollari per i soli cartellini, che in cambio sono stati conseguiti 600 milioni di dollari di entrate.

Un buco gigantesco, creatisi soprattutto nei primi anni di vita del “nuovo” calcio cinese, quando le società arrivarono a spendere anche seicento milioni di dollari annui nel calciomercato.

Il valore complessivo delle squadre è oggi inferiore ai duecento milioni di euro e dei tanti campioni stranieri che erano stati ingaggiati dai club nel corso degli anni, è rimasto il solo brasiliano Oscar. A livello di nazionale, quella maschile vanta oggi un solo Mondiale disputato (nel 2002).

I primi fallimenti del calcio cinese

Per il calcio cinese le cose sono dunque rapidamente cambiate e i mutamenti sono avvenuti nell’arco di pochissimi anni. Dal punto di massima espansione, in cui il calcio cinese catalizzava attenzioni di operatori, investitori e fan – sia sufficiente ricordare quanto spesso le partite del calcio cinese sono finite al centro dei palinsesti dei bookmaker che garantivano i migliori bonus scommesse proprio legandoli all’esito dei match della Super League – oggi il calcio del Paese asiatico sembra un lontano parente di quello dello scorso decennio.

Gli investimenti sono infatti gradualmente calati e, con essi, anche l’interesse internazionale e locale per il campionato cinese è diminuito. In più, proprio a causa dello sgonfiamento di questo business, i bilanci delle squadre sono andati in costante difficoltà. La politica zero Covid-19 del governo cinese sembra aver fatto il resto, determinando la sparizione di alcune delle società che più di altre avevano fatto la fortuna del calcio cinese nei suoi primi anni di “nuova” vita, come il Chongqing Liangjian Athletic, una delle storiche formazioni del campionato, oramai in bancarotta e con debiti inevasi per oltre cento milioni di dollari.

Insomma, miliardi di dollari di investimenti, grandi scommesse su scuole calcio e stadi, ma niente di solido e duraturo è stato realizzato da Pechino. A ben vedere, le uniche novità positive sembrano arrivare dal calcio femminile: la nazionale ha infatti vinto la Coppa d’Asia lo scorso anno superando la Corea del Sud in finale. Paradossalmente, il movimento calcistico femminile cinese – che pur ha ricevuto molti meno investimenti rispetto a quello maschile – sembra godere di un migliore stato di forma.

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