Alla fine la fumata bianca è arrivata. Lo scorso fine ottobre la Lega calcio di Serie A, dopo mesi di trattative e discussioni, ha assegnato i diritti televisivi per ben cinque anni, dal 2024 fino al 2029, a Dazn e Sky. Una accordo così lungo non era mai stato siglato. Si è arrivati all’ok definitivo grazie a 17 voti favorevoli, due contrari (Cagliari e Salernitana) e uno astenuto (il Napoli). Per chiudere la pratica ne sarebbe bastati 14.
Ciò è stato possibile, però, solo grazie all’ennesima modifica della legge “Melandri” del 2008, che disciplina la partita più importante a livello economico per il sistema calcio italiano, le vendita dei diritti tv per l’appunto, che hanno un’incidenza superiore al 50 per cento dei ricavi complessivi delle società.
Il 23 ottobre scadevano le offerte delle due emittenti televisive rimaste in gara dopo un tentativo andato a vuoto di Mediaset per trasmettere un match in chiaro in ogni giornata di campionato. I presidenti non se la sono sentita di imboccare l’unica strada alternativa: la creazione di un canale televisivo gestito direttamente dalla Lega e da sviluppare attraverso i finanziamenti offerti da alcuni fondi d’investimento (Oaktree, Searchlight, Apollo, Relevent più la cordata Apax-Carlyle-Three Hills) e banche d’affari (Jp Morgan, Rothschild, Lazard, Barclays, Citibank, Raine e Jefferies).
Alla Lega andranno circa 900 milioni di euro a stagione. Dazn trasmetterà ancora tutte e dieci le partite del campionato, di cui sette in esclusiva, mentre tre saranno le gare a settimana trasmesse da Sky. Per i club della massima serie arriveranno dai due broadcaster 4,5 miliardi garantiti in cinque anni, dal 2024-25 fino al 2028-29, più un eventuale miliardo in base ai livelli di share e abbonati.
L’intesa
«La base è di 900 milioni di euro annui, di cui 700 da Dazn e 200 da Sky, per cinque anni, ma attraverso lo strumento del revenue sharing con Dazn la cifra può superare di gran lunga quella del triennio precedente arrivando a un miliardo», ha spiegato a caldo l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo.
Per il quinquennio sono infatti previsti versamenti aggiuntivi da parte di Dazn. Quest’ultima rappresenta una modalità innovativa, prevedendo una componente variabile, grazie a una revenue share calcolata come una percentuale pari al 50 per cento dei ricavi netti da sottoscrizioni da utenti residenziali che saranno realizzati da Dazn oltre una certa soglia; l’importo equivalente spetterà alla Lega.
La Serie A, in pratica, incasserà il 50 per cento degli eventuali ricavi aggiuntivi di Dazn oltre la soglia dei 750 milioni di euro di fatturato per il primo anno (che, spiega De Siervo, è una soglia «molto vicina al fatturato attuale» della piattaforma streaming) e a salire fino a 800 milioni. Le revenue sharing, se scatteranno, si tradurranno in «circa 60 milioni nell’ipotesi peggiore legata all’incremento dei numeri degli abbonati di Dazn, che si è dichiarata disponibile a farlo».
Poi De Siervo ha aggiunto: «Abbiamo lavorato con largo anticipo per trovare con i broadcaster le soluzioni migliori. La difficoltà era raggiungere certi obiettivi in un mercato taglieggiato dalla pirateria, abbiamo cercato di ottenere il massimo, con tutte le verifiche questa è stata la migliore condizione economica possibile».
Presidenti divisi
Tutti soddisfatti? Non proprio. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, non ha nascosto minimamente la sua irritazione: «Non voglio essere polemico, il problema è essere imprenditori o prenditori. Sky e Dazn non sono competenti, non fanno bene al calcio italiano “di lusso”».
Il patron azzurro sosteneva la creazione di un canale della Lega per la fruizione delle partite del nostro campionato: «È una stupidaggine fare un accordo per cinque anni. Le modalità di ripresa del nostro calcio fanno ridere rispetto ad esempio alla Premier League. Queste scelte non implementeranno mai il sistema del calcio italiano, che passa attraverso degli investimenti importanti. Il calcio pensa sempre di essere supportato dagli altri. Il calcio italiano è supportato dai propri tifosi, è il tifoso il bene assoluto di un club di calcio, il mio rapporto deve essere con il tifoso, non con Sky o con Dazn. Quando io vendo un pacchetto in cui trovo dentro cinema, Champions, serie tv, intrattenimento non capirò il vero valore del calcio italiano».
Pienamente soddisfatto invece il presidente del Torino, Urbano Cairo: «Secondo me abbiamo fatto la cosa giusta, quello del canale era un progetto affascinante per certi versi ma anche molto rischioso. Io non ho mai avuto paure a prendermi dei rischi, ho risanato aziende che perdevano centinaia di milioni – ha precisato –. Ma aggiungere al rischio di impresa calcistico, già importante, quella del canale televisivo secondo me era un errore. Con Dazn e Sky ci sono buone prospettive, ora dobbiamo combattere la pirateria per migliorare il numero di abbonamenti».
Dello stesso avviso Claudio Lotito, presidente della Lazio e da molti considerato un personaggio di grande peso all’interno della Lega: «È la vittoria della Lega, non la mia, ma del calcio italiano. De Laurentiis non era contento? Purtroppo siamo venti presidenti, non si riesce mai a creare l’unanimità. Non ha partecipato al voto, ne abbiamo preso atto. Non è un’offerta statica, ma è dinamica e dà tranquillità al sistema, a cui si aggiungeranno altri ricavi che arriveranno ad essere importanti per la Lega. Come in tutte le cose bisogna sempre trovare il punto di incontro».
La grande novità
La nuova assegnazione dei diritti tv della Serie A a Dazn e Sky, oltre alla durata dell’accordo, prevede un’altra grande novità: «Per la prima volta Dazn potrà trasmettere un massimo di cinque gare a stagione in chiaro», le parole di De Siervo in un’intervista a Il Sole 24 Ore. «Per promuovere l’inizio della stagione e incentivare i nuovi abbonati Dazn avrà la possibilità di trasmettere “free-to-air” e sempre sul proprio sito o app un massimo di cinque gare a stagione».
Quali partite verranno trasmesse in chiaro, ovviamente, non è ancora stato deciso. L’accordo infatti parte dalla prossima stagione di Serie A, dunque per vedere la prima storica partita di campionato in chiaro bisognerà attendere almeno agosto 2024.
Inoltre, a partire dal primo luglio, Dazn trasmetterà anche in diretta video esclusiva la Radio Tv della Serie A, attualmente visibile sul digitale terrestre.
Ma non finisce qui. Chiusa la partita per i diritti tv nazionali, la Serie A si prepara anche a gestire i diritti televisivi internazionali, che finora hanno sempre raccolto minori risorse. In particolare rispetto alla Premier League che, proprio grazie ai diritti tv (incassa il triplo rispetto alla Serie A), è diventato il miglior campionato di calcio europeo e quindi del mondo.
«Riguardo ai diritti internazionali, aspiriamo a superare le performance passate», si è limitato a commentare De Siervo. Staremo a vedere, anche perché se il calcio italiano vuole tornare grande, veramente grande, ha disperatamente bisogno di entrate maggiori.
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