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Alex Zanardi: biografia, carriera, moglie e figlio del campione

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 19 Giu. 2020 alle 19:10 Aggiornato il 19 Giu. 2020 alle 20:50

Alex Zanardi: biografia, carriera, moglie, figlio

Alessandro Zanardi, detto Alex, rimasto coinvolto oggi, 19 giugno 2020, in un grave incidente automobilistico mentre si allenava con la sua handbike, è un pilota automobilistico, paraciclista e conduttore televisivo italiano. Nell’automobilismo si è laureato campione CART nel 1997 e 1998, e campione italiano superturismo nel 2005. Nel paraciclismo ha conquistato quattro medaglie d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016, e otto titoli ai campionati mondiali su strada. Ma qual è la storia di Alex Zanardi? La vita privata? La carriera? Di seguito tutte le informazioni sul campione.

Biografia e carriera

Alessandro Zanardi nasce a Bologna il 23 ottobre del 1966 da Anna e Dino Zanardi: madre sarta, padre idraulico. Aveva anche una sorella maggiore, Cristina, morta a seguito di un incidente stradale nel 1979. Da bambino si trasferì a Castel Maggiore dove sviluppò la passione per i motori, appassionandosi in particolare alla Formula 1. Alex, diplomato come geometra, è sposato con Daniela, e ha un figlio: Niccolò.

Il debutto nel mondo dei motori arrivò con i kart: a quattordici anni infatti il padre gli regalò il suo primo kart e Zanardi cominciò a praticare regolarmente la sua passione. Il suo esordio avvenne a Vado, in una gara sponsorizzata dalla Pubblica assistenza nel 1980. Dopo un paio di anni di apprendistato, durante i quali venne soprannominato Parigino per la sua abilità nella gestione del mezzo, cominciò a ottenere risultati di rilievo e nel 1982 si iscrisse al campionato nazionale, nella categoria 100cc.

Dopo 8 anni, nel 1988, Alex Zanardi fece il primo salto di qualità passando nella F3 italiana, con una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini. L’anno seguente passò nella squadra di Ruggero Zamagna e si ritrovò a pilotare una Ralt-Toyota, con cui ottenne le prime soddisfazioni. Nel 1991 decise di passare in Formula 3000, categoria nel quale aveva già esordito a fine 1989 in una gara, guidando per il team “Il Barone Rampante”, al volante di una Reynard. Alex stupì tutti vincendo la gara d’esordio a Vallelunga e ripetendosi un paio di mesi dopo al Mugello. 

Le convincenti prestazioni in Formula 3000, attirarono l’attenzione della Formula 1. Zanardi venne infatti contattato, a seguito del Gran Premio del Belgio, da Eddie Jordan, manager dell’omonima squadra, che cercava un pilota che sostituisse Michael Schumacher. Il debutto in F1 avvenne nel Gran Premio di Spagna, quando Jordan decise di sostituire Roberto Moreno, che non rientrava nei piani della scuderia, con Zanardi per le ultime tre gare stagionali.

Dal 1996 Alex Zanardi lascia la Formula 1 ed inizia a partecipare a diverse gare automobilistiche americane dove conquistò diversi successi. Nel luglio del 1998 il rientro nella F1: Zanardi prese poi contatti con Frank Williams per partecipare al Campionato mondiale di Formula 1 1999. Con la Williams l’italiano firmò un contratto triennale. Ma l’esperienza non fu indimenticabile… Uscito demotivato dall’esperienza in Formula 1 Zanardi si allontanò momentaneamente dal mondo dell’automobilismo. Nel luglio del 2000 tornò, però, negli Stati Uniti per sostenere dei test con il team di Mo Nunn, suo ingegnere all’epoca dei titoli conquistati in Champ Car e ora proprietario di una scuderia CART, che lo ingaggiò per la stagione 2001. 

Alex Zanardi: il grave incidente

Il 15 settembre 2001 la vita di Zanardi cambio per sempre. Il pilota italiano si presentò all’appuntamento europeo della CART al Lausitzring. Nonostante partisse ventiduesimo riuscì a recuperare posizione su posizione, portandosi al primo posto. A tredici giri dalla fine, dopo aver compiuto la sua ultima sosta, uscendo dai box, dopo aver tolto il limitatore di giri, Zanardi perse improvvisamente il controllo della vettura (pare per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria di uscita) che, dopo un testacoda, si intraversò lungo la pista, mentre sulla stessa linea sopraggiungevano ad alta velocità Patrick Carpentier e Alex Tagliani. Il primo riuscì a evitare lo scontro, il secondo no e l’impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani colpì la vettura del pilota bolognese all’altezza del muso, dove erano alloggiate le gambe, spezzando in due la Reynard Honda.

Lo schianto aveva provocato l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori e il pilota rischiò di morire dissanguato. Dopo aver ricevuto l’estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, Zanardi venne caricato sull’elicottero e condotto all’ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa quattro giorni e gli venne rimosso chirurgicamente il ginocchio destro. Dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite Zanardi poté lasciare l’ospedale per cominciare il processo di riabilitazione.

“Ho subito otto arresti cardiaci”, ha raccontato il campione durante un’intervista. “Quando mi sono risvegliato i medici mi tenevano in uno stato di torpore: è stata mia moglie Daniela ad informarmi della situazione. Io ho solo chiesto: “Sono ancora in pericolo di vita? No? Bene, affronteremo tutto. Ora sono stanco e voglio dormire”. E sono stato fortunato, anche perché non ho mai avuto il più che naturale crollo”.

Il ritorno in pista

Nel 2002 la CART diede al pilota la possibilità di far partire una gara della stagione a Toronto, Canada e nel 2003 Zanardi tornò nel circuito tedesco nel quale due anni prima era stato vittima del terribile incidente, per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata. I tempi registrati sul giro furono molto veloci e gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione, se il pilota fosse stato iscritto al campionato. Grazie anche a questo fatto Zanardi tornò a correre e nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi a bordo di una BMW 320si WTCC del team Italy-Spain la seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale Turismo. Zanardi, sempre nello stesso anno, riuscì poi a conquistare il Campionato Italiano Superturismo.

Il paraciclismo

Dopo l’incidente del Lausitzring Alex Zanardi ha cominciato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili e, parallelamente all’impegno automobilistico, ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo dove corre in handbike nelle categorie H4 e successivamente H5. Disciplina in cui si è tolto tantissime soddisfazioni sia a livello mondiale sia olimpico: quattro medaglie d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016, e otto titoli ai campionati mondiali su strada.

Televisione

Nel 2010 debutta come conduttore televisivo, conducendo su Rai 3 il programma di divulgazione scientifica E se domani. Dal 2012 conduce il programma di divulgazione sportiva Sfide, sempre su Rai 3. Nella parte di se stesso, è inoltre apparso varie volte come guest star nella sitcom Camera Café. Il 2 giugno 2020 conduce in prima serata in prima visione su Rai 1 in occasione della Festa della Repubblica Storie tricolori – Non mollare mai.

Alex Zanardi: la vita privata, moglie e figlio

Alex Zanardi è sposato dal 1996 con Daniela. La loro relazione è sempre stata vissuta in un modo riservato, cercando di collocarla in una sfera del tutto privata e lontana dai riflettori. I due si sono conosciuti quando il campione correva in Kart e in F3 e hanno avuto insieme un figlio, Niccolò.

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