L’ex attaccante di Inter e Roma Adriano Leite Ribeiro ha parlato del momento più buio della sua vita da calciatore ma non solo.
Il centravanti, che lasciò i nerazzurri nel 2009 a causa della sua precaria forma fisica, ha concesso un’intervista alla rivista brasiliana R7: “Soltanto io so quanto ho sofferto dopo la morte di mio padre, ero distrutto. E dopo è stato peggio perché mi sono isolato. Ero triste, solo, depresso: così ho cominciato a bere”.
“Bere era l’unica cosa che mi rendeva felice, bevevo di tutto: whisky, vino, vodka, birra. Soprattutto birra, tantissima. Non riuscivo a smettere e così ho dovuto lasciare l’Inter”, ha ammesso.
L’Imperatore, così era soprannominato, ha poi aggiunto: “Non sapevo come nascondere il mio disagio. Arrivavo sempre ubriaco agli allenamenti. Non volevo mostrare la mia situazione, ci tenevo a non saltare gli allenamenti. Eppure poi mi presentavo in quello stato e così lo staff mi portava a dormire in infermeria”.
“L’Inter mi copriva, diceva alla stampa che ero infortunato, che avevo problemi fisici”.
“La gente che avevo intorno era un problema – ha aggiunto -. Gli amici mi portavano alla feste con donne e alcol e non capivano che avevo bisogno d’aiuto. Tornando in Brasile ho rinunciato ai milioni, ma ho ritrovato la felicità”.
Insomma, cattive amicizie e depressione: un mix esplosivo che è costato tanto al giocatore all’epoca tra i più forti in circolazione nel suo ruolo.
Dopo l’addio all’Inter (2009) infatti la carriera di Adriano è andò a picco: prima tornò in Brasile dove lo accolse il Flamengo. Poi, dopo un anno e 32 presenze con i rossoneri, il ritorno in Italia per cercare il rilancio con la maglia della Roma. Un fallimento: cinque presenze, zero gol e ritorno in patria dove ha poi vestito le maglie del Corinthians (2011-2012, quattro presenze e un gol), del Flamengo (2012, zero presenze) e dell’Atletico Paranaense (2014, una presenza e zero gol). Infine l’avventura con il Miami United.