Ieri sera nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio è stato confermata la notizia che da sei mesi, con crescente insistenza, circolava negli ambienti ciclistici: il Tour de France 2024, 111ma edizione della Grande Boucle, partirà da Firenze sabato 29 giugno. Ad un secolo dalla prima vittoria italiana, conquistata da Ottavio Bottecchia nel 1924, la corsa francese colmerà la grave lacuna di non essere mai partita dal Paese che le ha regalato ben sette vincitori nell’arco di 10 edizioni. A onor del vero, questo progetto giunge a compimento con un decennio di ritardo. Originariamente, l’idea era quella di far partire il Tour da Firenze nel 2014, l’anno del trionfo di Vincenzo Nibali coincidente con il centenario della nascita di Gino Bartali. In quel caso, a sottrarre Le Grand Depart alla città medicea arrivarono le sterline dello Yorkshire che convinsero Christian Proudhomme ad assegnare a Leeds l’onore di dare il via alla corsa gialla. Scottati da questa esperienza, gli organizzatori italiani hanno saputo riscattarsi, consorziando le forze di tre regioni in cui il ciclismo è popolarissimo, quelle che hanno prodotto i più grandi protagonisti azzurri nella storia del Tour: la Toscana di Gino Bartali, l’Emilia-Romagna di Marco Pantani e il Piemonte di Fausto Coppi.
Pur essendo le prime frazioni, le tre tappe e mezzo italiane saranno tutt’altro che banali. La prima dovrebbe partire da Piazza Michelangelo per lasciare Firenze in direzione di Ponte a Ema, patria di Bartali. Si pedalerà poi seguendo la via dell’esilio di Dante verso San Godenzo, attraverso Dicomano e Pontassieve. Superato il Valico dei Tre Faggi, la corsa entrerà in Romagna con la strada che non presenterà un metro di pianura fino a San Marino da dove comincerà la picchiata verso il traguardo di Rimini posto dopo 205 chilometri di corsa. Il giorno seguente, con la partenza da Cesenatico, sarà onorato Pantani, l’ultimo campione capace di vincere nello stesso anno, il 1998, Giro e Tour. La frazione, lunga 200 chilometri, muoverà dal monumento al Pirata per puntare inizialmente a nord verso Ravenna. Lasciata l’ultima dimora del sommo poeta, si virerà a sud ovest in direzione di Faenza. Superata la città della ceramica, s’entrerà nel vivo dell’agone con una serie di saliscendi continui. Nell’ordine si affronteranno le salite di Monticino, Galisterna, resa famosa dall’azione decisiva di Julian Alaphilippe al mondiale 2020, Botteghino di Zocca e Montecalvo, prima d’arrivare a Bologna dove i corridori troveranno un circuito di 18,5 chilometri da ripetersi due volte, comprendente la scalata al Santuario di San Luca. Ammesso che a Rimini ci sia volata di gruppo, cosa sulla quale nutro qualche dubbio, a Bologna non sarà così. La sera del 30 giugno avremo una classifica già delineata.
La terza frazione sarà dedicata ai velocisti. Saranno poche e simboliche le asperità nei 225 chilometri da Piacenza a Torino. Tra queste va menzionato il passaggio a Tortona, con un GPM di quarta categoria intitolato al Campionissimo, il primo che, nel 1949, riuscì a sovrapporre il giallo al rosa, conquistando le due più importanti corse a tappe del calendario ciclistico. L’arrivo in riva al Po in Corso Moncalieri vedrà gli sprinter giocarsi il successo. La mattina seguente, da Pinerolo la corsa muoverà verso il Sestriere per poi entrare in Francia, passando probabilmente dal Monginevro. Le Alpi verranno poi ritrovate nelle ultime tappe posto che, per la prima volta nella sua storia, il Tour de France non terminerà a Parigi bensì a Nizza, una decisione questa figlia dell’imminenza delle Olimpiadi che inizieranno ai piedi della Torre Eiffel cinque giorni dopo la fine della corsa gialla.
L’arrivo in Costa Azzurra potrebbe non essere il solo grande evento ciclistico del 2024 in riviera Pare, infatti, che tra le candidature più accreditate per la partenza del Giro d’Italia ci sia quella di Marsiglia nel rispetto della tradizione che vuole la festa di maggio muovere dall’estero negli anni pari. Questo possibile intreccio geografico tra le due massime corse a tappe sembra voler evocare un campione che possa rendere il 2024 ancor più memorabile con una tanto attesa doppietta giallo-rosa. Speriamo che a Komenda mi abbiano sentito.