Il fatto che Winnie The Pooh non sia un personaggio gradito, in Cina, non è una novità.
Dopo aver bandito il nome dell’orsetto goloso di miele più famoso dell’universo dei cartoni animati, però, il governo cinese ora fa un passo in più: l’ultimo film Disney che ha come protagonista Winnie the Pooh e il suo padroncino storico, Cristopher Robin, non verrà distribuito in Cina.
Il film si intitola Ritorno al Bosco dei 100 Acri (in inglese semplicemente Cristopher Robin) e racconta la storia di un Christopher Robin interpretato da Ewan McGregor ormai diventato adulto. Intrappolato in un lavoro stressante e sottopagato, Cristopher non ha tempo da dedicare alla moglie e alla figlia e ha quasi dimenticato l’infanzia fantastica passata con gli amici del Bosco dei 100 Acri.
Non è però la trama del film, in sé tenera e innocua, a preoccupare i vertici cinesi.
Il problema è un altro: Winnie the Pooh – l’orsetto nato nel 1921 nella serie per ragazzi scritta da A. A. Milne e illustrata da E. H. Shepard – è da tempo censurato in Cina perché viene spesso accostato al presidente cinese Xi Jinping.
Sulle applicazioni di messaggistica Sina Weibo e WeChat, ogni messaggio che riguarda il cartone animato ha la scritta “contenuto illegale”. Inoltre i risultati di ricerca collegati a Winnie the Pooh sono stati bloccati su molti siti.
Una delle immagini che circolava sul feed di WeChat’s Moments presentava l’orsetto Winnie the Pooh che abbraccia un grande contenitore di miele, accompagnato dalle parole “Il regno dell’orsetto Winnie The Pooh” in caratteri cinesi e “Trova la cosa che ami e rimani con essa” in lingua inglese.