Sanremo 2025, le pagelle della terza serata del Festival
Terza serata del Festival di Sanremo 2025. Carlo Conti è affiancato da Katia Follesa, Elettra Lamborghini e Miriam Leone. Questa sera abbiamo ascoltato la seconda metà delle canzoni in gara. Di seguito tutti i voti di TPI ai cantanti, ospiti, conduttori e personaggi di oggi.
Katia Follesa 9 – Meno male che c’è lei. Un ciclone che si abbatte sull’Ariston in questa terza serata. Ironica e autoironica, sagace, pungente. Ottima spalla per l’ingessato Carlo Conti, risulta perfetta in questo ruolo e su quel palco. In un Festival senza particolari guizzi, è la mina vagante che spariglia le carte. Ha pure baciato Simon Le Bon, che vuoi di più? Praticamente non pervenute le altre due co-conduttrici.
Iva Zanicchi 10 – Una delle voci più belle e inconfondibili della nostra canzone, con Mina e poche altre. E di primavere sul groppone l’Aquila di Ligonchio ne ha 85. Quanta italianità, direbbe una mia cara amica.
Le promozioni alle fiction 0 – Una tassa che si ripete a ogni Festival. È proprio necessario rendere Sanremo un marchettificio? Anche basta.
Settembre 8 – Vince meritatamente la categoria delle Nuove Proposte. Ragazzo talentuoso e dalla faccia pulita, la sua Vertebre migliore di diverse canzoni in gara tra i Big.
Duran Duran 8 – Invecchiati bene. Infiammano questo teatro della provincia di Imperia che da 75 anni è parte essenziale del costume del nostro Paese. Piacciano o meno, un bel momento amarcord per tutti i ragazzi cresciuti negli anni Ottanta, e non solo.
Clara 5,5 – La sua bellezza ipnotizza, la sua voce è una spada. Il brano però non cresce, nonostante sia su sonorità urban oggi così tanto in voga. Manca del guizzo necessario per spiccare nel calderone di queste 29 canzoni. Un diamante ancora grezzo, per citarla.
Brunori Sas 8,5 – Per questo suo esordio a Sanremo il cantautore cosentino ha messo in campo tutto il necessario: l’amore per le sue origini, “terra crudele dove la neve si mescola al miele e le persone buone portano in testa corone di spine”, l’amore tenero di un padre per la figlia. Testo e musica si amalgamano perfettamente. Un po’ De Gregori, un po’ Bersani. Semplicemente Brunori. Cara Fiammetta, sei fortunata ad avere un papà così.
Sarah Toscano 5,5 – Il talento lo ha già dimostrato ad Amici. Questa canzone però non le rende pienamente giustizia: un brano pop dance deboluccio, che neppure la sua capacità interpretativa riesce a risollevare. Ma la ragazza si farà.
Massimo Ranieri 7 – Voce e sax per un signore indiscusso della musica italiana. Ci riporta agli anni Settanta, al bianco e nero, rimanendo credibile. Il suo carisma e la sua teatralità al servizio di un brano che è un inno all’amore e alla vita. Un artista completo che se fosse nato in America sarebbe un numero uno a livello mondiale.
Joan Thiele 7,5 – Artista raffinata e un’interpretazione pulita per una canzone difficile, quasi d’altri tempi, che cresce con gli ascolti. Un po’ Morricone e un po’ Tarantino, ci fa entrare nel suo mondo particolarissimo, forse troppo di nicchia rispetto al grande pubblico sanremese.
Shablo ft Guè, Joshua, Tormento 7 – Una street song modernissima, funky, per un collettivo ben amalgamato e credibile. Rap e hip hop in purezza, di quello vero di qualche anno fa. Tra le cose più originali di questo Festival: scommessa vinta.
Noemi 7 – La sua voce graffiata la riconosceresti tra un milione. La canzone, una ballad nostalgica, non è tra le migliori del suo repertorio, nonostante porti le firme prestigiose di Mahmood e Blanco. Ma la sua personalità e un ottimo arrangiamento orchestrale le permettono di guadagnare mezzo punto in più. Una regina dai capelli arancioni.
Olly 8 – Un’esibizione feroce, intensissima, a tratti un po’ too much. Il sudore che imperla la fronte, le vene giugulari che si ingrossano. La standing ovation convinta di tutto l’Ariston. La nostalgia per un amore finito, raccontato con la sincerità di un ventenne. Se tutti avessimo, in ciò che facciamo, la passione che ci mette Olly nel cantare questo brano, vivremmo in un mondo migliore.
Coma_Cose 6,5 – Una canzone pensata per infiammare Tik Tok, tra ritornello tormentone e balletto annesso. Anche se spesso questi brani costruiti ad hoc per diventare virali poi finiscono per non convincere fino in fondo. Sicuramente uno dei pezzi più radiofonici di questa edizione, che ci fa riflettere sul lato oscuro dei social. Ma gli estimatori dei primi Coma_Cose non riescono a capacitarsi di questa svolta da hit makers.
Modà 5,5 – Fosse il Festival di Sanremo del 2010 sarebbero da podio. Nel frattempo però il mondo della musica (e non solo) è cambiato. Il mestiere, la voce e la storia sono indiscutibili. Ma questo pop-rock urlato e carico di pathos sa ormai di naftalina. Ancor peggio le cravatte e le giacche color fucsia fosforescente.
Tony Effe 5,5 – Questa sera non copre i tatuaggi e si mostra al naturale, compresi i pettorali in bella vista e altri muscoli che io penso di non avere. Un omaggio sentito alla sua città, tra Califano e Lando Fiorini. Risulta più credibile rispetto alla prima esibizione, ma sulla voce e le note da acchiappare c’è ancora tanto da lavorare.
Irama 6 – Ormai un veterano di Sanremo, con grandi capacità vocali, che questa canzone non esalta a dovere a causa dell’autotune. Il racconto di un amore che si consuma lentamente. Un brano nel suo stile che i suoi fan apprezzeranno, ma la sensazione è che da Ovunque sarai in giù negli anni passati abbia cantato di meglio.
Francesco Gabbani 7 – Il suo sorriso sornione, la maestria e la capacità di stare sul palco con credibilità. Un inno alla vita con echi di Modugno, quando spalanca le braccia come in Volare. Anche per lui si può dire che in passato ha portato brani più centrati. Una ballata classica che lui interpreta credendoci tantissimo.
Gaia 6 – Dopo il grande successo estivo di Sesso e samba con Tony Effe, prova a mettere a segno un altro tormentone, con quel “chiamo io chiami tu” che diventa martellante. Un pezzo urban latineggiante che sicuramente farà benissimo nelle radio e punta a sopravvivere almeno fino all’estate.