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Sanremo 2023, chi è Stefano Vicario: il regista del Festival

Di Antonio Scali
Pubblicato il 7 Feb. 2023 alle 17:49

Sanremo 2023, chi è Stefano Vicario: il regista del Festival

Chi è il regista del Festival di Sanremo 2023? Per il quarto anno consecutivo, il conduttore e direttore artistico Amadeus, alla guida di questa 73esima edizione, si affida a Stefano Vicario. È lui dunque anche quest’anno il regista di Sanremo, in programma dal 7 all’11 febbraio 2023. Classe 1953, figlio del regista Marco Vicario e dell’attrice Rossana Podestà. È fratello di Francesco, anch’egli regista, e quindi zio di Margherita, attrice e cantante. Debutta nel 1973 come aiuto regista del padre e di altri registi come Damiano Damiani con cui collabora in Un genio, due compari, un pollo del 1975. Si specializza principalmente nelle produzioni televisive e cura la regia per innumerevoli trasmissioni e fiction. Stefano Vicario è infatti il regista di Il pranzo è servito, La sai l’ultima?, La corrida, Tira & Molla, Passaparola, Lo show dei record, I migliori anni, Il gatto e la volpe, Tutti per Bruno, I Cesaroni e Avanti un altro!.

E’ stato il regista del Festival di Sanremo 2004, 2005, 2009, 2012, e poi di tutti i quattro Festival finora condotti da Amadeus, dal 2020 al 2023. Ha inoltre collaborato con Carlo Conti in molti suoi programmi come I raccomandati, 50 canzonissime, Miss Italia, Ma chi sei Mandrake?, I migliori anni e Baciami Versilia. È stato il regista dal 2002 al 2006 del famoso quiz di Rai 1 L’eredità. Dal 2011 è il regista del quiz Avanti un altro! su Canale 5. Nel 2012, sempre su Canale 5, ha diretto il quiz Il braccio e la mente. Dal 2014 dirige il varietà/talent show Ti lascio una canzone. Vicario ha anche diretto un lungometraggio cinematografico nel 2001 intitolato Sottovento! con Claudio Amendola e Anna Valle, di cui ha curato anche la sceneggiatura. Dal 2016 è il regista del game show estivo di Rai 1 ovvero, Reazione a catena – L’intesa vincente. Nel 2021 dirige Sul tetto del mondo, documentario incentrato sulla vita dell’alpinista ed esploratore Walter Bonatti, oltre a essere il regista di Arena Suzuki ’60 ’70 ’80, programma di Rai 1 condotto da Amadeus, e di Che tempo che fa.

Sanremo 2023, il regista

“Ogni anno ci impegniamo per portare un elemento di novità – spiega il regista Stefano Vicario, alla sua ottava edizione – non solo dal punto di vista stilistico ma anche tecnologico. Una prospettiva insolita sarà regalata in questa edizione da una telecamera montata su un braccio a quarantacinque gradi che potrà entrare nell’apertura sulla sommità della cupola che caratterizza il palco”.  Verrà così valorizzata non solo la natura double face della struttura, che muta di trasparenza in base all’illuminazione, ma anche la visuale che consente di creare. Con il rimando a uno dei luoghi più romantici di Roma, Vicario ne descrive l’effetto “Si avrà un po’ la sensazione di quando si guarda attraverso la serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta sull’Aventino. Questa e altre scelte di regia puntano a valorizzare la verticalità di una scenografia che va vissuta dal basso verso l’alto, con tutta la sua profondità”.

Un elemento chiave della manifestazione canora è come sempre l’orchestra, che quest’anno avrà una disposizione più circolare rispetto al passato e verrà mostrata con il movimento avvolgente di una telecamera su carrello che la circonderà. Il racconto del festival potrà contare su 12 telecamere e 14 operatori, “una squadra straordinaria – sottolinea Vicario – per seguire gli artisti anche nelle loro improvvisazioni, nel loro modo a volte atipico e imprevisto di muoversi tra scena e pubblico. Un’elasticità che caratterizza la regia di una manifestazione in cui ospiti e cantanti si sentono in una cornice speciale concedendosi una libertà di movimento che è difficilmente riducibile e imbrigliabile in uno schema”.

Un’ulteriore freschezza verrà data dall’utilizzo di una particolare telecamera portatile tipica delle produzioni di video musicali e che a Sanremo verrà usata per la prima volta per un evento in diretta, mentre di solito viene adoperata per filmare materiale che necessita di postproduzione. “Si tratta di uno strumento di versatilità assoluta – conclude Vicario – più performante di una telecamera a spalla”.

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