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Sanremo 2020, le pagelle di Selvaggia Lucarelli | Terza serata

Di Selvaggia Lucarelli
Pubblicato il 7 Feb. 2020 alle 01:44 Aggiornato il 7 Feb. 2020 alle 20:42

Sanremo 2020, le pagelle di Selvaggia Lucarelli | Terza serata

SANREMO 2020 PAGELLE – Ieri sera, 6 febbraio 2020, al teatro Ariston è andata in scena la terza serata del Festival di Sanremo 2020, la 70esima edizione condotta da Amadeus. Al fianco del popolare conduttore altre due conduttrici: Georgina Rodriguez e Alketa Vejsiu. Presente poi l'”ospite fisso” Tiziano Ferro. Durante la serata si sono esibiti tutti i 24 big con cover di canzoni sanremesi e tanti ospiti tra cui Roberto Benigni e Mika.

Ma come è andata la serata su Rai 1? Quali sono i voti, le pagelle, dei protagonisti? Di seguito le pagelle della nostra Selvaggia Lucarelli sulla terza serata del Festival di Sanremo 2020:

Georgina Rodriguez: 6

Questo Sanremo ha un problema di natura femminile-didascalica: se arriva Diletta sul palco le si fa fare uno sketch sul suo ruolo di conduttrice sportiva. Se arriva la telegiornalista, le si fa annunciare qualcosa come se fosse al tg, se arriva Sabrina Salerno si fa vedere com’era bona negli anni ’80, se arriva la conduttrice albanese le si chiede “come si dice questo in albanese?”. Arriva Georgina e quindi cosa ci si inventa per lei? Indovinate un po’? Una serie di gag su e con Cristiano Ronaldo, e quindi: Amadeus con la maglietta della Juve, Amadeus col gagliardetto della Juve, Amadeus che abbraccia Ronaldo, Georgina che porta i fiori a Ronaldo. Dunque, a parte la struggente mancanza di guizzi, viene da chiedersi se qualcuno si ricorda, per caso, che Georgina esiste anche come figura singola, parla, respira, fa la pipì, ha una vita oltre CR7. Ma soprattutto, viene da chiedersi come andrebbe a finire per Amadeus, visto il gusto didascalico degli autori, se ospite di Sanremo ci fosse Lorena Bobbit.

Raphael Gualazzi: 10

Senza la canzone esotica e il look del ricercato che ha cambiato identità e s’è rifatto una vita a Cuba, è tornato a farci sognare. Pianoforte, fiore che spunta dal taschino e una Simona Molinari di una bravura sfolgorante, è il momento più alto del Festival. Dopo Tiziano Ferro che sfancula elegantemente Fiorello, ovviamente.

Roberto Benigni: 7

La battuta su Salvini faceva ridere.

Levante: 2

Non ci siamo. Levante, l’intensa, fascinosa, erotica Levante, messa lì a cantare “Si può dare di più” con le amiche del karaoke è come vedere la Regina Elisabetta che si sposta l’elastico delle mutande. Ridateci la Levante di Instagram sensuale e patinata, che nel ruolo di quella come noi c’è già Arisa. E troppi cereali sottomarca deve mangiare Levante per non sembrare una creatura divina che prova maldestramente a confondersi tra i mortali.

Alketa Vejsiu: 10

Dieci come le gocce di Tavor che le hanno somministrato dopo il primo intervento. La conduttrice albanese è probabilmente a Sanremo in quanto controparte di uno scambio d’ostaggi con Wanna Marchi, che infatti ora vive a Tirana. Il suo discorso introduttivo ha le stesse sillabe del monologo di Benigni, ma lei parla talmente veloce che lo finisce in due minuti e, per scaricare un po’ la botta di adrenalina, si fa pure due o tre volte le scale dell’Ariston su e giù. “Il punto più alto della mia carriera professionale”, ripete entusiasta, prima di sapere che sarebbe stata relegata per 90 interminabili minuti sul Nutella stage. Alle prime dieci chiamate in esclusiva 100 barattoli di Nutella, uno di sale grosso e un ambo secco, d’acordoooo?

 

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Cristiano Ronaldo: 7

Avete presente quando un vip di qualsiasi tipo si trova in mezzo a una piccola folla, a parlare con qualcuno, e i comuni mortali che gli stanno intorno hanno quel sorrisetto imbarazzato, compiacente, vagamente idiota di chi, di riflesso, come se la fama si trasmettesse per via aerea, pensa di essere un vip a sua volta? Ecco, stasera ce l’avevano tutti, dalla signora in piccionaia allo stesso Amadeus, ogni volta che il discorso, l’inquadratura, l’umore della serata toccavano anche solo tangenzialmente Cristiano Ronaldo. L’aura del portoghese ha impregnato l’Ariston relegando tutti, a turno, al ruolo di simpatica ed umile comparsa. Maglietta ad Amadeus, fiori dal cantante dei Pinguini Tattici Nucleari, ha trasformato il Festival di Sanremo nella gara canora della Sagra di San Severino. Lui, ovviamente, nel ruolo del santo patrono.

Mika: 11

Due canzoni belle, un po’ di brio, la captatio benevolentiae dello zulù che impara la lingua e la cultura dei discendenti di Giulio Cesare e un pezzo di De Andrè, che verrebbe applaudito pure se lo cantasse Young Signorino con dei gargarismi. Lui, però, lo canta benissimo, di fatto con la miglior cover della serata delle cover. Mika insegna a tutti la formula esatta del successo a Sanremo: buona musica, voce cristallina, simpatia e anche un po’ di ironia . Una miscela così reazionaria da essere pura avanguardia, bellezza e sollievo. Alla fine, in esilio anche lui sul Nutella Stage, si prende pure il compito di far ridere e di tirare stilettate, visto che ancora non c’era riuscito nessuno: la battuta sul ‘cartonato di Ronaldo’ è l’unica battuta vagamente urticante regalata al pubblico in mondovisione dopo quasi dodici ore di Sanremo. Lo amo.

Achille Lauro: 7

Ok l’arrivo a Sanremo in canotta. Ok la prima serata col mantello e il body luccicante. Alla terza apparizione in cui tutti “ma che cazzo s’è messo?, forse il suo stylist dovrebbe fare un passo indietro. Per poi tornare a stupirci, magari più in là.

Morgan: 3

Aveva minacciato di non presentarsi al Festival. Purtroppo era solo una minaccia.

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