Oggi è il grande giorno dello sciopero Rai, con tanto di notizie lette nei Tg dai delegati del Comitato di redazione, come accadeva tanti e tanti anni fa.
“Restano i tagli lineari all’informazione di servizio pubblico, decisi dal vertice aziendale, senza un piano industriale, senza un progetto e senza alcun confronto”, spiega Daniele Macheda, gran capo dell’Usigrai. “L’amministratore delegato che ha cancellato edizioni dei telegiornali della Tgr e dello Sport, con la giustificazione degli ascolti, solo un mese fa aveva detto invece alla Commissione di Vigilanza che il servizio Pubblico ‘non insegue lo share come unico parametro di successo’ – sottolinea Macheda – Noi chiediamo che questo vertice smetta la logica dei tagli e avvii un confronto serio e leale con i sindacati”.
Insomma “il metodo da seguire deve essere quello di aggredire gli sprechi invece di ridurre il servizio ai cittadini. Risparmiare su appalti e contratti strapagati e valorizzare il personale interno. Il prossimo anno si dovrà rinnovare il contratto di servizio e solo un piano industriale ed editoriale frutto di una piena e reale consultazione con le parti sociali ne potrà garantire l’attuazione nell’interesse del Paese”.
In realtà, il punto che “scotta” è che Fuortes non ha mai attuato una vera politica di ascolto nei confronti dei sindacati e questo ha dato molto fastidio all’interno dell’azienda di viale Mazzini.
Ma a quanto TPI è in grado di rivelare, i contrasti di questi giorni potrebbero avere strascichi importanti anche nelle prossime votazioni per i piani editoriali che si terranno al rientro dalle ferie.
A quanto si apprende, infatti, Alessandro Casarin, il direttore della TGR è a forte rischio “sfiducia”. Quando si voterà il piano editoriale della testata potrebbe essere bocciato dalla redazione. Secondo molti non si sarebbe opposto ai tagli voluti dall’Ad Fuortes.