Prima della Scala 2023: a che ora inizia l’opera su Rai 1. Orario e durata del Don Carlo
A che ora inizia (orario) la Prima della Scala 2023, in programma oggi, 7 dicembre, con diretta su Rai 1? L’orario di inizio del Don Carlo di Verdi, che inaugura la stagione della Scala di Milano, è le 17.45. Una lunga diretta di oltre tre ore per vivere le emozioni dell’opera e portare la grande musica nelle case di tutti gli italiani.
Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio 3 e su RaiPlay, dove potrà essere visto per 15 giorni dopo la prima. Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare il capolavoro di Musorgskij nelle case degli italiani. Oltre a trasmettere l’opera, con grande attenzione per la ripresa audio e video curata dal Centro di Produzione TV di Milano, come di consueto la Rai racconterà anche ciò che accade attorno allo spettacolo più atteso della Stagione. Su Rai 1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Radio 3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Oreste Bossini.
Cambio di programmazione su Rai 1
Per l’occasione verrà stravolto il palinsesto di Rai 1, visto che come detto la Prima della Scala 2023 ha una durata di oltre tre ore. La Vita in diretta con Alberto Matano chiuderà alle 17.45 per lasciare spazio alla Scala. Salterà dunque il consueto appuntamento con Reazione a catena. Il Tg1 delle 20 andrà in onda in forma ridotta intorno alle 20.20, durante l’intervallo, per poi ridare la linea fino alla fine dell’opera alla Scala. La diretta della Prima dovrebbe terminare intorno alle 22.15, per poi lasciare spazio al film Il principe abusivo. Non andrà in onda dunque Affari tuoi.
La storia, trama, libretto
Abbiamo visto a che ora inizia (orario) il Don Carlo con la Prima della Scala 2023 su Rai 1, ma qual è la storia dell’opera? Si tratta della versione di Verdi approntata per la Scala nel 1884. Come ogni anno, lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008, sarà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. La regia è di Lluís Pasqual. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.
Don Carlos con la s finale nasce nel 1867 per l’Opera di Parigi, che aveva regole da seguire rigorosamente. Don Carlos, infatti, rientra nel genere cosiddetto “grand opera”, che aveva vincoli così riassumibili: titolo a tematica storica, suddivisione in cinque atti, ampia presenza di scene corali di effetto per mostrare la magnificenza della macchina produttiva, presenza del balletto. Nella successiva traduzione italiana, e con sensibili modifiche durante gli anni che la separano dal 1884, si arriva al cosiddetto Don Carlo di Milano. Verdi propone alla Scala l’opera in quattro atti, levando il cosiddetto atto francese ovvero l’unico che si svolge in Francia e non in Spagna, che racconta dell’amore tra i due giovani protagonisti e la rinuncia per ragion di Stato a queste promesse nozze e nel quale sono condensati tutti i motivi musicali che si rincorreranno nello spartito fino alla fine.
Verdi considera questa versione in quattro atti più stringata e quindi più di effetto e facile veicolazione. Infine, due anni dopo, per Modena, Verdi ci ripensa e ripristina il primo atto “francese” e la struttura in cinque atti. Don Carlo è sicuramente una delle opere più complesse di Verdi. Molti i piani di lettura, in cui il compositore ha concentrato tutti i temi portanti del suo teatro musicale: il potere, i suoi conflitti e la solitudine che provoca, l’amore contrastato e impossibile, il conflitto padre e figlio, il popolo oppresso.
Il libretto di Joseph Méry e Camille du Locle, tratto dalla tragedia Don Carlos infante di Spagna di Friedrich Schiller del 1787, affronta diversi temi a contrasto sviluppati in modo magistrale da Verdi. Nella tragedia compaiono tutti personaggi storici realmente esistiti, ma mutuati attraverso la fantasia poetica del grande poeta tedesco. Unico personaggio di fantasia è l’amico fedele di don Carlo, Rodrigo, marchese di Posa.
Don Carlo: trama e personaggi
La storia, tratta dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller, è ambientata in Spagna nel 1568, anno del trattato di pace con la Francia. Racconta dell’amore tra i giovani Don Carlo e Elisabetta di Valois, figli rispettivamente di Filippo II e del re di Francia. Il loro però è un amore contrastato e ostacolato da ragioni politiche: Elisabetta è stata infatti promessa in sposa dal re a Filippo II, padre di Carlo.
L’opera verdiana fa agire sulla scena moltissimi personaggi. Al centro c’è la figura di Filippo II, re di Spagna e padre di Don Carlo. Il soliloquio introspettivo “Ella giammai m’amò”, sottolineato dalla dolente melodia dei violoncelli, traduce l’impotenza del po- tere reale davanti all’animo umano e restituisce magistralmente tutta la complessità psicologica del personaggio. L’evoluzione della figura di Elisabetta conduce quest’ultima dalla grazia sorridente delle sue iniziali inflessioni melodiche verso un canto spezzato e teso che esprime l’oppressione dolorosa di un destino che la condanna a un matrimonio senza amore. Don Carlo, l’innamorato spinto dalla forza della passione e delle sue giovanili illusioni, mostra la sua evoluzione soprattutto negli intensi duetti con Elisabetta, in cui arriva alla rassegnazione dell’addio. Non meno complesse sono poi le figure della principessa d’Eboli e del marchese di Posa. Sullo sfondo c’è l’atmosfera dell’Inquisizione.
Leggi l'articolo originale su TPI.it