Permette? Alberto Sordi: le critiche dei familiari sul film di Rai 1
Questa sera, 24 marzo 2020, va in onda su Rai 1 il film Permette? Alberto Sordi, pellicola che ripercorre la vita e la carriera, soprattutto gli inizi, di un grande attore come appunto Alberto Sordi. Ad interpretarlo è Edoardo Pesce, diretto da Luca Manfredi per omaggiare l’artista romano nato 100 anni fa.
La pellicola, dopo tre giorni al cinema, arriva in tv stasera, 24 marzo, su Rai 1 in prima serata dalle 21.25. Eppure il film ha suscitato numerose polemiche e diverse critiche soprattutto da parte dei familiari di Sordi. “Quella di Edoardo Pesce è un’imitazione mal riuscita: non basta una protesi al naso e scimmiottare la parlata romanesca per diventare Alberto Sordi. Pesce non buca il video, al massimo lo graffia”, a dirlo è Igor Righetti, cugino di Alberto Sordi e storica voce di Radio1.
“Noi familiari siamo tutti delusi, peccato: è stata un’occasione persa – prosegue Righetti -. Intanto il film è stato presentato con l’idea di mostrare un Sordi inedito e sconosciuto, ma non c’è niente di nuovo, niente che non trovi su Wikipedia. E poi ci sono un sacco di inesattezze, maldicenze e cattiverie. Io che l’ho conosciuto, Sordi non l’ho rivisto: per tutto il film viene ritratto come un cane bastonato”.
Insomma, una bocciatura senza appello, visto che, sottolinea il conduttore, ci sono anche numerosi “buchi“: “Manca totalmente la sua profonda religiosità: lui era un fervente cattolico, nella sua villa aveva un inginocchiatoio dove si metteva a pregare ogni giorno, in giardino aveva una statua della Madonna. Non puoi ignorare un aspetto così importante della sua vita”. E ancora tra le critiche mosse dal cugino di Sordi: “Non è vero che la professoressa dell’Accademia ce l’aveva con lui; non è vero che venne cacciato dal set di Scipione l’africano; manca completamente il rapporto con i fratelli, il padre di Alberto morì che lui aveva 20 anni e loro quattro erano un clan”.
Un’altra grave mancanza del film Permette? Alberto Sordi è l’aver riportato fatti e racconti già noti a tutti: “La sua vita privata era blindata, la riservatezza era una sua ragione di vita: amori, adozioni a distanza, beneficenza, pochi sanno davvero la verità. Lui diceva sempre: i fatti miei mi farete la cortesia di raccontarli quando sarò in orizzontale”.
Righetti, inoltre, ha scritto un libro, “Alberto Sordi segreto” (Rubbettino Editore) in uscita il 9 aprile, nel quale promette “ci sarà il vero ritratto di Sordi; parlerà anche chi lo conosce davvero bene, non quegli amici finti spuntati come funghi dopo la sua morte”. L’errore di fondo — secondo Righetti — è stato quello di non confrontarsi con i parenti di Sordi: “Il regista, Luca Manfredi, fece un film su suo padre Nino e mi sembra giusto: chi lo conosceva meglio di lui? Per questo mi chiedo come si fa a non aver sentito i familiari. O, se proprio non noi, almeno i fan club che sanno davvero tutto di Sordi — altro che Wikipedia —: i nomi delle comparse, le battute, le piccole parti nei film…”.
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