Memoria, emozioni e frammenti di vita, personali o di comunità. La prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo torna in esclusiva su RaiPlay dal 5 ottobre. “Ossi di Seppia, quello che ricordiamo” filtra, scruta e rivive il passato dagli anni ‘60 a qualche anno fa. Quel passato che oggi, nell’era del Covid-19 sembra lontano, lontanissimo ma incancellabile nella memoria collettiva.
“Dopo l’interesse suscitato dalla prima stagione anche sul pubblico più giovane – dice Elena Capparelli, Direttore di RaiPlay – siamo orgogliosi di lanciare la seconda stagione di Ossi di Seppia. Un progetto ambizioso in cui immagini e parole riemergono dal passato, per guidarci nel presente, attraverso prospettive originali e la voce, mai scontata, di testimoni e protagonisti della storia recente del nostro Paese”.
Anche le ventisei puntate del secondo ciclo sono storie monotematiche, ognuna con un testimone che ne costituisce la voce narrante aiutato dal repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici. Si parte con il virus dell’Aviaria, ripercorrendo gli anni tra il 1997 e i primi del 2000 quando il mondo e l’Italia si trovano ad affrontare l’emergenza sanitaria e una crescente paura del virus. Allevatori disperati, danni economici ingenti, animali soppressi e messi in quarantena, ma soprattutto il timore del salto di specie che avrebbe scatenato la possibilità del contagio, appunto, nella specie umana. A raccontare come è stata evitata una pandemia e come gli scienziati hanno tenuto sotto controllo il virus è la virologa Ilaria Capua.
Nei primi tredici episodi, in uscita fino alla fine dell’anno con una storia a settimana, i temi trattati saranno molti e diversi tra loro. “La Marcia dei 40mila” ( manifestazione antisindacale che segna il declino della classe operaia e della rappresentanza sindacale), “Simoncelli, il sogno spezzato” (la morte a soli 24 anni del giovane pilota riminese), “La tempesta Vaia” (la furia del vento è talmente grande che, in una sola notte, abbatte 14 milioni di alberi nel nord Italia), “90° minuto”.
E ancora puntate dedicate a: “Gabriele Sandri” (il giovane tifoso della Lazio morto in un autogrill per un colpo di pistola sparato da un agente), “L’omicidio di Maria Grazia Cutuli” (la giornalista del Corriere uccisa in Afghanistan sulla strada per Kabul), “Sara di Pietrantonio” (la ventiduenne romana strangolata e poi bruciata dal suo ex fidanzato), “AIDS” (il 1 dicembre 1988 è la prima giornata mondiale dell’AIDS. Rosaria Iardino, giovane attivista sieropositiva, viene immortalata mentre bacia l’immunologo Fernando Aiuti) “Il rogo della Thyssen-Krupp” ( a causa di un grave incendio nella fabbrica perdono la vita sette operai). Inoltre “L’Italia in blackout”(nella notte tra il 28 e il 29 settembre 2003 un’interruzione di corrente elettrica colpì l’intero paese. Proprio in quelle ore era in corso a Roma la prima edizione della notte bianca), “Lo Tsunami in Thailandia” (uno dei più catastrofici disastri naturali, muoiono centinaia di migliaia di persone, fra cui molti italiani, travolte da onde alte oltre 14 metri), “Schumacher” (uno dei piloti più amati e vincenti di sempre, nel dicembre 2013 cade rovinosamente sulle piste da sci. Entra in coma. Non comparirà più in pubblico e la sua vita è avvolta nel totale riserbo familiare). Una narrazione di eventi, in sostanza, che hanno segnato in modo indelebile le nostre vite.