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Nadia Toffa, il ricordo di Enrico Lucci: “Di fronte all’ingiustizia si sentiva male, non una dei tanti professionisti dell’indignazione”

Enrico Lucci e Nadia Toffa

Il collega parla della "combattente" inviata morta dopo una lunga battaglia contro il tumore

Di Marco Nepi
Pubblicato il 14 Ago. 2019 alle 12:29

Nadia Toffa, il ricordo di Enrico Lucci

Nadia Toffa ha lasciato un bellissimo ricordo in chi ha vissuto al suo fianco per anni: lo confermano oggi le parole di uno storico collega, l’ex Iena Enrico Lucci. In un’intervista rilasciata al Messaggero il conduttore di Realiti ha descritto l’inviata Mediaset, morta ieri a 40 anni dopo aver lottato per quasi due anni contro un tumore, come una vera e propria “combattente”. “Di fronte all’ingiustizia si sentiva male, non una dei tanti professionisti dell’indignazione”, ha detto.

“Era – ha affermato Lucci parlando dell’esordio di Toffa alle Iene – come una bimba al luna park. Aveva una gran voglia di emergere, ma non nel senso in cui tanti lo intendono oggi, cioè mettersi in vetrina. Lei, da subito, è sempre stata una persona che voleva mettersi al servizio della comunità. Voleva rendersi utile. Mi ha sempre ricordato una guerrigliera comunista insofferente a ogni ingiustizia”.

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“Era questo Nadia – ha continuato Lucci -, a volte anche con una veemenza che poteva sembrare eccessiva. E usava quella stessa forza di fronte a un caso clamoroso come a un qualsiasi rompiscatole che le si parava davanti. Era un’indignata sincera, non una dei tanti professionisti dell’indignazione di oggi. Di fronte all’ingiustizia si sentiva male, e partiva in tromba col Kalashnikov”.

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Lucci dice di aver capito che la collega era davvero brava quando ha notato “che non mollava mai”. “Le avevo detto di moderare i toni, di essere più razionale: quando i giovani venivano a Le Iene volevano subito spaccare, anche io all’inizio lo facevo. Ma la moderazione dà più valore a quello che fai. Ero convinto che la sua azione sarebbe stata più efficace, razionalizzandola”. Il consiglio è stato seguito. “Mi ha ascoltato. Ma aveva uno spirito così rivoluzionario che era incontenibile”, ha dichiarato ancora Lucci al Messaggero.

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