Si racconta a cuore aperto Lino Banfi, ospite della puntata di ieri, 26 marzo, di Verissimo. L’amato attore, inevitabilmente commosso, ha parlato della moglie Lucia, scomparsa a febbraio. La donna negli ultimi tempi era molto sofferente. “È dura. Le persone che vivono insieme da una vita, attaccati come la colla e la carta, se improvvisamente strappi la carta, non c’è modo di rimetterla insieme. È tutto così frastornante, strano”, ha spiegato Banfi nel salotto di Silvia Toffanin.
Lucia Lagrasta era da anni malata di Alzheimer, ma nell’ultimo periodo era subentrato un brutto male. Facendo un paragone con il mondo del cinema, l’attore ha spiegato: “Io stavo seguendo la sceneggiatura dell’Alzheimer, la seguivo bene, sapevo la parte a memoria. Il professore mi diceva: “Lino adesso siamo in una fase in cui ogni film che vede, ogni trasmissione che vede, dice che l’ha già vista. Abituati a questa cosa”. E io, quando diceva di averli già visti, rispondevo che non me li ricordavo e lei: “Forse tu non c’eri quel giorno”. Il professore, poi, mi diceva di dirle che li ho visti pure io, così è più contenta: “Altrimenti capisce che c’è qualcosa che non va”. E io: “Adesso mi ricordo, l’ho visto, l’ho visto. Rivediamolo se ti va” e così siamo andati avanti”.
D’improvviso dunque tutto è cambiato, e l’Alzheimer non era più il solo problema da affrontare: “Improvvisamente è cambiata la sceneggiatura, il film, la scenografia. Dopo l’Alzheimer sono arrivate le crisi epilettiche, quindi prendeva antiepilettici che sono farmaci terribili però ci vogliono per bloccare alcune cose. Dopo un po’ mi hanno detto: “Lino, ci dispiace dirtelo, ma abbiamo fatto la risonanza ed è subentrata un’altra cosa, si vedono delle macchie al cervello”. Dopo due giorni, tumore al cervello. Tutta un’altra sceneggiatura, tu non capisci più niente”.
Un momento difficilissimo da affrontare, durante il quale le condizioni di salute di Lucia sono repentinamente peggiorate. A questo punto Lino Banfi fa una confessione: “Ti dico una cosa che non ho detto ancora a nessuno. Nonostante io sia cattolicissimo, quel giorno mi sono arrabbiato, ma quell’arrabbiatura, nell’arco di due giorni – quando capii la vera situazione – si trasformò in una supplica: “Ti supplico falla morire”, siamo arrivati a questo punto”.
L’attore si è poi commosso ricordando quanto a sua moglie piacesse la canzone di Michele Zarrillo “Cinque giorni” e ha concluso, in lacrime: “Come farò ad abituarmi a vivere? È difficile. Lucia è morta con il sorriso sulle labbra, perché non soffriva più. Non era cosciente. Io ho 86 anni e ho deciso che dopo i 90 anni, vorrò fare anche 2 anni di tempi supplementari. Me ne devono dare 6. Nel frattempo sto parlando con chi di dovere (Dio, ndr) per dare un posto a Lucia, è morta negli stessi giorni di Maurizio Costanzo, saranno andati insieme a chiedere i giudizi. Ho chiesto se la fanno diventare il mio angelo custode, perché c’è una canzone di Renga che mi piace, in questo caso: “Angelo prenditi cura di lui””.