La Storia (serie tv ispirata al libro di Elsa Morante) racconta una storia vera?
La Storia, la serie tv in onda su Rai 1 ispirata al libro di Elsa Morante, racconta una storia vera? Ve lo diciamo subito: non sappiamo dirvi con precisione quanto ci sia di vero e quanto di fantasia nel racconto della grande scrittrice. La Storia però è un romanzo storico. E, in quanto tale, non racconta necessariamente una storia vera. Ciò non toglie che alcuni fatti della vita privata dei protagonisti (personaggi immaginari) possano essersi verificati, visto quanto furono drammatici e violenti quegli anni.
Il libro è stato scritto da Elsa Morante nel 1974. Considerata come una delle sue opere più conosciute, ma allo stesso tempo anche criticate e discusse, l’autrice impiegò almeno tre anni per comporla e volle che fosse data alle stampe direttamente in edizione tascabile, in brossura e a basso costo. Il romanzo venne, perciò, pubblicato nel giugno del 1974 nella collana Gli Struzzi dalla casa editrice Einaudi.
Ambientato nella Roma della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra, negli anni fra il 1941 e il 1947, come romanzo corale è pretesto per un affresco sugli eventi bellici visti con gli occhi dei protagonisti e della popolazione ferita. I quartieri romani martoriati dai bombardamenti e le borgate di periferia affollate da nuovi e vecchi poveri (San Lorenzo, Testaccio, Pietralata, il ghetto ebraico di Roma) e le alture dei vicini Castelli Romani, in cui si muovono le formazioni partigiane di opposizione al nazifascismo e alcuni dei protagonisti della vicenda che scandisce la narrazione come un naturale fil rouge, vengono descritti con realismo, ma anche con una marcata visionarietà poetica.
Il finale
Abbiamo visto se La Storia racconta una storia vera o meno, ma come finisce il romanzo (e la serie tv)? Qual è il finale del libro che ha ispirato la serie in onda su Rai 1? Attenzione SPOILER! Nel finale del romanzo, sempre sotto gli effetti dell’alcol e di altre droghe, Davide tiene un lungo discorso in un’osteria, in gran parte ignorato dalle persone a cui si rivolge. Di lì a breve, stroncato da un’overdose, Davide muore nel suo appartamento, non prima di aver aggredito verbalmente Useppe (che era andato a trovarlo assieme a Bella) in uno dei suoi accessi violenti. Il maltrattamento subìto sconvolge Useppe al punto da essere colpito da continue ricadute di attacchi epilettici, che lo conducono alla morte.
La madre, Ida, che al momento della morte del figlio si trovava a scuola, torna a casa in seguito a un presentimento. Alla vista del figlioletto morto, Ida impazzisce e si chiude in casa per paura che qualcuno glielo porti via: “la ragione, che già da sempre faticava tanto a resistere nel suo cervello incapace e pavido, finalmente aveva lasciato dentro di lei la sua presa”. Al loro arrivo le autorità si trovano trovano costrette ad abbattere Bella, che si para davanti a loro in atteggiamento aggressivo. Ida viene quindi portata in un ospedale psichiatrico, dove morirà nove anni dopo.