Il diritto di contare, la trama e il finale del film
Era il 1961 e nel mondo incombeva l’alito della Guerra Fredda. Negli Stati Uniti, le donne di colore dovevano combattere per contrastare non soltanto il patriarcato ma anche il razzismo. Eppure, una donna ce l’ha fatta, aiutata da tante altre donne coraggiose assetate di giustizia e riscatto. Ed è da qui che parte la storia de Il diritto di contare, che prima di essere un film candidato agli Oscar e ai Golden Globe, prima ancora di avere nel cast la presenza di Taraji P. Henson e Octavia Spencer era un romanzo, scritto da Margot Lee Shetterly, la quale ha tratto ispirazione da una storia vera. Vediamo qual è la trama e il finale del film, in onda su Rai 1 in prima tv mercoledì 9 settembre 2020, alle ore 21:25.
Il diritto di contare, la trama
Siamo nel 1961 e gli Stati Uniti hanno intenzione di raggiungere e anzi superare i risultati della Russia, che intanto ha spedito il primo uomo nello spazio. Negli USA, Katherine Johnson è una brillante matematica afroamericana che, insieme alle colleghe Dorothy e Mary, lavora come calcolatrice per la Nasa. Dopo il successo russo, gli americani devono accelerare il lancio di John Glenn nello spazio. Vivian Mitchell, che supervisiona Katherine, allora la trasferisce allo Space Task Group per assistere la squadra di Al Harrison con la sua persipacia matematica. Per Katherine quella è un’occasione senza precedenti: è la prima donna di colore a mettere piene in quel dipartimento. Ciò significa che toccherà a lei infrangere i diversi taboo, a partire dal bagno. All’epoca, le persone di colore avevano un bagno apposito per i loro bisogni e che Katherine non trova in quell’ala dell’edificio, per cui, ogni volta è costretta a fare un chilometro a piedi per utilizzare l’unico bagno riservato ai neri. Ma questo non è l’unico problema: nonostante cerchi di lavorare meglio che può, Katherine soffre a causa dei colleghi che non hanno grande considerazione di lei.
Intanto Dorothy chiede a Vivian di essere promossa a supervisore del settore calcolatrici, siccome sta già ricoprendo quella carica ma con paga ridotta, eppure Vivian rifiuta. Mary invece vorrebbe lavorare con il reparto ingegneria per perfezionare gli scudi termini della capsula spaziale sperimentale. Un giorno, dopo essere stata a messa con le colleghe, Katherine si imbatte nell’ufficiale Jim Johnson: nonostante il primo scambio di battute infelici, tra i due nasce qualcosa e molto presto si sposano (Katherine è vedova e madre di tre figlie prima di incontrarlo).
Il lavoro procede, Katherine mostra il suo ingegno eppure viene rimproverata per le sue assenze, a quel punto la donna fa presente la difficoltà dovuta ai bagni e Harrison decide di abolire quella regola rendendo i bagni accessibili a tutti. La presenza di Katherine nel team si dimostrerà indispensabile.
Il diritto di contare, il finale: come finisce il film
Dorothy scopre che a l’azienda vuole utilizzare dei computer per sostituire le donne adibite ai calcoli, così si mobilita e inizia ad impartire lezioni segrete al suo gruppo per imparare ad utilizzare i processi di programmazione del calcolatore IBM. Così riuscirà a farsi promuovere e verrà trasferita con le sue sottoposte a supervisionare i computer, guadagnando rispetto da parte di Vivian. Anche Mary riuscirà a farsi promuovere ingegnere, ottenendo il permesso di assistere alle lezioni serali di un liceo frequentato da soli uomini bianchi. Intanto Katherine, nonostante il grande lavoro svolto, pochi giorni prima del lancio di John Glenn viene rimandata a lavorare come calcolatrice, siccome il suo lavoro viene volto da un computer IBM. Harrison, come regalo di addio e di nozze, le regala una collana di perle che lei, con il suo stipendio, non avrebbe mai potuto comprare. Il giorno del lancio ci sono però dei problemi ed è proprio Glenn a chiedere l’intervento di Katherine. La donna riesce a sistemare le coordinate in tempo e, grazie all’appoggio di Harrison, può anche seguire il lancio in diretta. La capsula di Glenn compie tre delle sette orbite previste intorno alla Terra, durante il tragitto riscontra un’altra anomalia ma, sempre grazie all’aiuto di Katherine, riesce a tornare alla base sano e salvo. Grazie al suo fortunato rientro, Katherine potrà continuare a lavorare per la Nasa e in seguito calcolerà anche le traiettorie delle missioni Apollo 11 e Apollo 13.