Grande Fratello Vip, squalificato Fausto Leali
Fausto Leali è fuori dal Grande Fratello Vip. Dopo le frasi su Mussolini e quel “neg*i” di cattivissimo gusto, il cantante è stato squalificato dal reality di Canale 5. Tante d’altronde le proteste montate sui social dopo la doppia infelice esternazione di Leali, che avevano già indignato gli altri inquilini all’interno della Casa. Così durante la diretta della terza puntata del Grande Fratello Vip di ieri, 21 settembre, il conduttore Alfonso Signorini ha comunicato la decisione presa dal Grande Fratello nei confronti di Fausto Leali: “Il pubblico ti conosce sia come grande artista che grande uomo. Al di là delle tue reali intenzioni però il peso delle parole utilizzate può e deve avere una sola conseguenza: Fausto Leali sei squalificato”. Il cantante ha accettato il verdetto sottolineando però la sua assoluta mancanza di cattiveria o razzismo.
Ripercorriamo brevemente quanto accaduto. In primis l’artista aveva in qualche modo elogiato Benito Mussolini, affermando che il Duce ha “fatto anche cose buone” e che “Hitler era suo fan”. “Se fai nove cose buone e una cattiva verrai ricordato per quella cattiva, Mussolini ha fatto delle cose buone, per l’umanità, le pensioni. Poi è andato con Hitler” aggiungendo “Hitler, nella storia, era un fan di Mussolini”, aveva detto Fausto Leali.
La ciliegina sulla torta un paio di giorni dopo, quando aveva utilizzato di fronte agli altri concorrenti e al coinquilino Enock Barwuah la parola “neg*o”. “Fausto non lo dire”, ha risposto il fratello del calciatore Mario Balotelli. Ma il cantante aveva continuato: “Smettila, dai, nero è il colore, negro la razza”. Immediata la reazione di Enock, che ha ricordato a Fausto Leali come certi messaggi non possano essere trasmessi in diretta tv davanti a milioni di spettatori. Più tardi Enock, offeso, aveva confidato ai coinquilini: “Nessuno mi può venire a dire che sbaglio a inca**armi. Se le cose non le vivi non lo puoi sapere. Io e la mia famiglia combattiamo contro queste cose da sempre”. Una squalifica dunque ritenuta alla fine da molti sacrosanta.
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