Il copione è sempre quello: si ripesca qualche veterano dei reality a suo tempo distintosi per exploit discutibili e imbarazzanti, gli si dà una bella tirata a lucido e lo si rispedisce nella casa servendocelo su un vassoio d’argento anche se si tratta del più scadente dei cibi precotti. Ma ogni volta la storia si ripete e stavolta è andata peggio delle altre.
Che finalmente sia arrivato il momento di considerare chiuso il capitolo “Filippo Nardi e la Televisione”?. Il 2020 ci vuole fare almeno questo piccolissimo regalo? Perché, diciamocelo, dopo le sue ultime performances, d’ora in poi per invitarlo in un programma ci vuole un bel pelo sullo stomaco, anche si trattasse di quei “live” in cui si dà abitualmente spazio a personaggi agghiaccianti che dicono cose agghiaccianti ma da cui naturalmente basta dissociarsi al momento opportuno. Intanto quel che è certo è che il conte ha concluso la sua esperienza lampo al GfVip. Il concorrente dopo soli 7 giorni dal suo ingresso ha dovuto lasciare la casa con disonore in seguito alle pesanti uscite all’insegna della volgarità e del più bieco sessismo indirizzate alle donne della casa, e in particolare a Maria Teresa Ruta, destinataria delle esternazioni più perfide e oscene.
Bene, giustizia è fatta, verrebbe da dire. Ed è quello che avrà pensato compiaciuto il nostro Alfonso Signorini togliendosi la giacchetta a fine serata. Ormai lo schema lo conosce a memoria: si ripesca qualche veterano dei reality a suo tempo distintosi possibilmente per exploit discutibili e imbarazzanti, gli si dà una bella tirata a lucido e lo si rispedisce nella casa come nuovo, anzi servendocelo su un vassoio d’argento come fosse cucina di alto livello e non il più scadente dei cibi precotti.
Poi quando, come più che prevedibile, il prescelto ricade in qualche errore eclatante, viene rispedito da dove è venuto. Lo hanno fatto con Brosio, poi è stata la volta di Bettarini e a questo giro ci è toccato Nardi, scelto, ammettiamolo, proprio come il suo predecessore, per quel presunto flirt con la Gregoraci venuto casualmente alla luce poco prima del suo ingresso nel programma. Su questo punto il calibro del personaggio era stato subito chiaro: un uomo che, interpellato su un’ipotetica avventura, smentita categoricamente dalla diretta interessata, sceglie di sguazzare nell’ambiguità con un allusivo “Io non parlo, ognuno trae le sue conclusioni”. Un vero gentleman, per dirla nella sua lingua madre. Ma non avevamo ancora visto niente.
Che poi chissà che ci sia aspettava da un personaggio diventato noto 19 anni fa come concorrente del secondo Grande Fratello per quella sfuriata al grido di “Dove sono le mie sigarette” e “Qui io ho le emozioni veri” che lo aveva visto fuori di sé a petto nudo brandire in modo minaccioso una stecca da biliardo contro la produzione. Cosa che, accadesse oggi, dubito la prenderemmo tanto a ridere e che poi, ripensandoci, non faceva ridere nemmeno all’epoca, non fosse per la straordinaria parodia di Fabio De Luigi, responsabile con la sua simpatia di un corto circuito di cui paghiamo ancora il prezzo due decenni dopo: a essere esilarante era l’imitazione dell’attore accompagnata dai commenti dei Gialappi, non l’originale.
Sì, proprio come Crozza con Razzi per intenderci. Dopo quell’episodio Nardi lasciò volontariamente dopo soli 13 giorni la casa ma da allora a fasi alterne ha continuato a fare capolino nel mondo dello spettacolo. Ultima in ordine di tempo, udite udite, la partecipazione al programma di Raidue “Detto Fatto”, ma non diciamolo troppo forte che quest’anno in quanto a grane per questioni di sessismo hanno già fatto il pieno, manca solo ricordare che avevano scelto Nardi come maestro di stile (nell’abbigliamento s’intende) e li richiudono di nuovo.
Alla fine per il conte è arrivata l’occasione di ritornare lì dove tutto era iniziato: “l’inglish self control non mi appartiene” aveva avvisato nella sua clip di presentazione, ma chi se lo poteva immaginare che, appena varcata la porta, avrebbe dato il via a un tripudio di uscite tanto volgari, squallide e irrispettose? Un profluvio di allusioni e doppi sensi che manco alle scuole medie: da “facciamo il format Chi vuol esser fecondata” alle stupefacenti battute su piselli, patate e wurstel rivolte sempre naturalmente alle coinquiline. Ma la vera pietra dello scandalo, in assenza della quale forse il conte sarebbe ancora lì con le sue nobili chiappe poggiate su uno dei divani della casa, è stata l’orrenda frase all’indirizzo di una inconsapevole Maria Teresa Ruta in quel momento addormentata a bocca aperta.
Nardi con tono divertito ha proposto ai compagni presenti di mettere in atto il “tea bag”, una pratica sessuale non sempre consensuale, spesso attuata allo scopo di umiliare o prendersi gioco della vittima. Il tutto tra le risatine dei concorrenti presenti, ai quali val la pena di concedere una sola attenuante: quella di non conoscere il significato dell’espressione proprio come tutti quelli che in questi giorni si sono precipitati a googlare per capirci qualcosa.
Un’esternazione che ha reso inevitabile la defenestrazione del concorrente, anche perché sommata a tutte le altre (una delle quali, menzionata da Signorini, così pesante da non poter essere ripetuta nemmeno alle 23 di sera in un programma come il GfVip che notoriamente non si distingue per il linguaggio da educande). Ma naturalmente l’espulsione non è avvenuta seduta stante, e nemmeno l’indomani, giusto il tempo di fare la valigia. No no, che qui gli argomenti latitano e la minestra deve durare fino a febbraio: aspettiamo la puntata e ci facciamo un bel blocco centrale.
Così lo lasciamo dentro ancora un po’, gli diamo un’altra bella dose di visibilità immeritata, e gli forniamo l’occasione di esternare altre oscenità, quando invece l’unica soluzione accettabile in questi casi sarebbe aprire la botola stile “Caduta libera”, possibilmente senza conto alla rovescia né morbidi cuscini ad addolcire l’impatto. E invece no, l’espulsione immediata non è mai contemplata e viene pure il dubbio che a volte si voglia temporeggiare per capire se la “bufera” all’esterno e sui social vada a placarsi in poche ore o assuma dimensioni per cui diventa impossibile ignorarla.
In questo secondo caso sappiamo che ad attenderci ci sarà la predica di “padre Alfonso” al penitente di turno che nel migliore dei casi abbandonerà il gioco a testa bassa dopo essersi scusato (stile Bettarini che in compenso da quando è uscito sta facendo il finimondo in ogni dove, della serie “Come prenderla bene e non rosicare”), nel peggiore argomenterà con improbabili giustificazioni che renderanno tutto ancora più deprimente. Ecco, ieri sera è andata anche peggio di così, a partire dalla premessa di Alfonso: “Filippo, ti abbiamo voluto fortemente nella casa per la persona speciale che sei, che ha sempre dimostrato arguzia ed eleganza, ma devo confessarti che sono rimasto basito da certe espressioni che ti sei lasciato scappare”.
E ancora: “Sulla tua buona fede ci metto la mia faccia” (che poi vista la frase specifica costata la squalifica al concorrente starei attento a certi proclami). Ma il problema, caro Alfonso, è proprio questo: lì di personaggi fortemente voluti e insigniti del titolo di “persona meravigliosa” (in totale assenza di prove) ne sono entrati e continuano a entrarne a mazzi, peccato che poi quasi sempre ci pensino loro stessi a togliersi di dosso la scintillante armatura e rivelarsi in tutta la loro miseria umana. A volte servono settimane, altre volte bastano poche ore. Certo, uno scivolone (dai anche due) se si è ripresi h24 può capitare e non deve necessariamente diventare un marchio di infamia, ma se in pochi giorni riesci ad inanellare senza il minimo ritegno una serie tale di oscenità, allora ti stai solo rivelando. E mi rifiuto di credere che chi ti conosce o ti abbia frequentato anche solo per poche ore non sia stato in grado di inquadrarti come l’ultima delle persone da scritturare per un programma in cui si è ripresi dalle telecamere in ogni momento. A noi da casa sono bastati un paio di minuti. Mi spiace ma qui per trovare della buona fede ci sono da chiamare i Ris.
E ci ha pensato il nostro eroe “arguto ed elegante” a chiarire come quelli a cui avevamo assistito non fossero una serie disgraziata di errori accidentali ma la sua vera quintessenza. Così ti trovi a compatirlo mentre davanti alla clip con il montaggio di tutte le sue gloriose esternazioni lo vedi ridacchiare divertito come un bambino discolo. E qual è la cosa migliore che pensa di dire a sua discolpa? “Tea bag non è una parolaccia perché è stata bippata?” per poi proseguire spocchioso: “A me è stato fatto tante volte in collegio e mi divertivo. Però non è violenza o stupro, non c’entra niente”.
Va detto che Signorini non gli ha lasciato passare nulla: “Ah non è una forma di violenza?! Cosa me ne frega che ti divertivi così in collegio? Non ci trovo nulla di scherzoso!”. Dici bene Alfonso, ecco perché forse potevamo evitarci questo ulteriore momento di degrado e far uscire Nardi dalla porta secondaria nel cuore della notte e non nominarlo mai più. Invece ci siamo dovuti subire lo sguardo strafottente di chi è così abituato a relazionarsi in quel modo con le donne da non riuscire a comprendere la gravità delle proprie azioni. “Chiedevo se stavo esagerando ma non mi hanno mai detto niente” si è lamentato, per concludere: “Pensate che questo sono io quando ci sto attento”. Accipicchia Filì, e quando non ti freni che fai? Ah già, prendi a mazzate il confessionale.
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