Che cosa c’è dietro lo strano e irrituale (molto irrituale) addio di Ficarra e Picone a “Striscia la notizia”? In questi giorni indiscrezioni di stampa hanno parlato di una sorta di crescente insofferenza dei due attori e comici siciliani verso la deriva sempre più trash dei programmi di Canale 5. Non è escluso che ciò sia parte del problema ma, a quanto ci risulta da fonti Mediaset, la questione sarebbe in realtà un’altra, di natura squisitamente progettuale.
Per capire meglio il quadro generale bisogna sapere (ma nell’ambiente è cosa nota) che a Striscia non si muove foglia che il capo Antonio Ricci non voglia. Le coppie che durante l’anno si avvicendano alla conduzione solitamente lasciano la scrivania salutando il pubblico, con un arrivederci o senza, ma non si permetterebbero mai di dare pubblicamente l’addio al programma. Per giunta dallo stesso pulpito. Una presa di posizione definitiva (seppure con cautissimi spiragli) e fortemente simbolica che dovrebbe essere ovviamente autorizzata dallo stesso Ricci. Al limite una coppia che se ne va non verrà poi riconfermata, ma ciò è sempre avvenuto in silenzio; un addio clamoroso lanciato dagli stessi microfoni non fa (non ha mai fatto) parte del consolidato copione. E Ficarra e Picone, che quel rigido copione autorale lo leggevano da 15 anni e 17 edizioni, lo sanno benissimo.
Dietro l’uscita di scena definitiva dei due ci sarebbe dunque soprattutto una sorta di silente ma concreta presa di posizione polemica nei confronti dell’azienda, che non ha mai approvato un paio di progetti alternativi (da aggiungersi all’impegno con Striscia) che i nostri avevano da tempo presentato a Mediaset. E che sarebbero sempre stati di fatto ignorati dalla direzione del gruppo. Idee squisitamente personali per una legittima crescita professionale che andasse oltre l’impegno quotidiano, importantissimo per la rete in una fascia pubblicitaria strategica, ma che alla lunga rischiava di essere un po’ ripetitivo.
Antonio Ricci, che governa la nave, dal canto suo sa benissimo che Ficarra e Picone sono una coppia d’oro per il suo tg satirico, non solo efficace, ma tra le più amate degli ultimi lustri e molto gradita soprattutto dal pubblico del grandissimo bacino d’audience del Sud. Ancora molto legato alla tv generalista. E aveva tutto l’interesse a far sì che l’azienda li accontentasse, per non doverli perdere. Da lì l’avallo al gesto estremo.
L’addio sarebbe dunque figlio di un silente quanto annoso braccio di ferro interno. In quest’ottica ha una sua logica anche il distensivo (ma la lettura potrebbe avere una valenza anche ironica, nel gioco delle parti non in superficie) messaggio pubblico di congedo dato dall’AD Pier Silvio Berlusconi alla coppia: “A Salvatore e Valentino vanno tutto il nostro affetto e la nostra stima. Mediaset è casa vostra: oltre all’auspicio di rivedervi a Striscia, appena sarete pronti con nuovi progetti non vediamo l’ora di lavorare ancora insieme”. Della serie: andate pure, tutti sono utili e nessuno insostituibile; le porte sono aperte se vorrete tornare, ma ricordate comunque (tutti) che a comandare sono io.