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Fabio Fazio: “Guardo avanti senza rimpianti. Quanto guadagno? Ora sono fatti miei”

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 8 Ott. 2023 alle 14:00

“Non dirò mai nulla contro la Rai, dopo tanto tempo passato non a mangiare nel piatto ma a cucinare quel piatto”. Così Fabio Fazio, pronto al ritorno di Che tempo che fa sul Nove, in un’intervista al Corriere della Sera. “Perché ho lasciato la Rai? È come se uno ti dicesse che non ti rinnova l’affitto di casa o dormi per strada; o vai a cercare un’altra casa. Non me ne sono andato di nascosto. Ho avuto un’offerta importante ed entusiasmante da Warner Bros Discovery, un gruppo che mi cercava da sei anni”.

Dopo aver ricordato il suo debutto a 19 anni come imitatore a Pronto Raffaella, Fazio ha ripercorso le ultime fasi in Rai fino al passaggio sul Nove. “A marzo l’ad mi disse che non sarebbe rimasto e non poteva rinnovare il contratto. A quel punto cominciò la trattativa con Discovery. Non sono scappato di nascosto col favore dell’oscurità. Semplicemente non si è fatto vivo nessuno e dunque ho capito che la storia finiva lì. A quel punto sono andato felicemente verso quella che considero una seconda vita”.

Poi il tema “Salvini”. Fazio ha raccontato di aver smesso di contare gli attacchi personali nei suoi confronti: “Ero arrivato a 124. Poi ho perso il conto”. Poi ha aggiunto: “Se fossi organico al Pd o a chiunque altro sicuramente sarei ancora in Rai. Non ho mai avuto nessun tipo di aiuto, e non mi sognerei di chiederlo. Perché se chiedi aiuto hai finito di fare il tuo lavoro”.

“La libertà è una sorta di solitudine” ha aggiunto. “Non vivo a Roma ma a Milano, con la mia famiglia. Non frequento quasi nessuno. Se avessi avuto qualcuno dietro, i miei anni sarebbero stati diversi, sarei ancora su Rai 1 dove ero arrivato nel 2017. Guardo avanti senza rimpianti”.

Ma non si dica che è un martire. “Mi trovi una sola affermazione in cui faccio il martire. Ho detto che vado in un’azienda in cui mi sento benvoluto, a fare un lavoro ben pagato. Quanto? L’aspetto meraviglioso di lavorare nel privato è poter rispondere a questa domanda: fatti miei”.

Il governo di destra ha cambiato la Rai ma, ha spiegato Fazio, “più in generale nel Paese, si ha l’impressione che si sia abdicato all’idea di pubblico, trasformandolo in governativo. È come se, quando cambia il sindaco, cambiasse il tragitto dell’autobus. È proprio l’idea in generale di servizio pubblico che trovo molto trasformata, e non vale solo per la tv. È come se ci fosse un premierato di fatto. Tutti considerano normale che pure la scuola o la sanità debbano rispondere al governo. Invece esistono valori che dovrebbero essere acquisiti”.

Infine sulla Meloni: “Ha fatto quello che pensavo facesse. Non potendo fare granché, sta dedicando molta attenzione a battaglie identitarie, nessuna delle quali mi sembra accettabile”. Rispetto a Schlein “ci sta provando, in una situazione complicata”. E su Salvini “mi ha colpito quando ha detto che i migranti arrivano con il telefonino e le scarpe. Le scarpe sono una cosa che definisce la nostra umanità. L’ho trovata una frase di una violenza definitiva, senza ritorno”.

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