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Tomaso Trussardi parla del padre Nicola: “Discriminato dal mondo della moda perché non era gay”

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 26 Set. 2024 alle 15:06

Tomaso Trussardi parla del padre: “Discriminato perché non era gay”

Secondo Tomaso Trussardi il padre Nicola, che ha trasformato l’azienda di famiglia in un marchio internazionale noto in tutto il mondo, era discriminato dal mondo della moda perché non era omosessuale.

Ospite del podcast di Giacomo Freddi, infatti, Tomaso Trussardi ha dichiarato: “Lo trattavano come un diverso e dico una cosa forte: perché non era gay. E quindi tutti gli stilisti che erano gay lo boicottavano, non lo facevano sfilare, non lo accettavano alle fiere: se si va a vedere le foto dei tempi c’erano Missoni, Armani, Versace, Krizia, Fiorucci, Ferrè, lui mai. Lo ghettizzavano perché era bergamasco, perché non era stilista, era soltanto un pellettiere”.

In un’intervista a Vanity Fair, invece, Trussardi si è lamentato di chi lo chiama ancora oggi un “figlio di papà”: “Mi fa ridere, io che il padre l’ho perso quando ave vo 15 anni”.

Sulla presunta discriminazione, l’imprenditore dichiara ancora a proposito del padre: “Visto che non lo accettavano alle fiere, lui disse: sfilo fuori. Adesso chi sfila in fiera? Nessuno. È stato un precursore, ed ha capito anche che doveva creare un lifestyle, non un’azienda di moda. Qualcosa che fosse un’emanazione di quello che piaceva a lui, e tutto questo lo estrinseca proprio il marchio del levriero, il cane più elegante e più veloce che c’è”.

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