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    La teoria del tutto, la magnifica storia d’amore tra Stephen Hawking e sua moglie Jane

    L'incredibile vita di Stephen Hawking è stata raccontata da James Marsh nel film del 2014 La teoria del tutto, in cui il celebre scienziato è interpretato da Eddie Redmayne. Ecco di cosa parla il film

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 21 Nov. 2018 alle 20:04 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:23

    Stephen Hawking, fisico, matematico, cosmologo e astrofisico famoso soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo, si è spento oggi, 14 marzo 2018, a 76 anni. Lo scienziato si era ammalato a 21 anni di SLA (Sclerosi laterale amiotrofica), una malattia neurodegenerativa che blocca progressivamente le funzioni vitali.

    Nonostante la malattia Hawking è diventato uno dei più importanti scienziati al mondo.

    La sua incredibile vita è stata raccontata da James Marsh nel film del 2014 La teoria del tutto (The Theory of Everything).

    Il ruolo di Hawking è stato interpretato da Eddie Redmayne, che si è aggiudicato il Premio Oscar come miglior attore. Il film è un adattamento del libro biografico Verso l’infinito (Travelling to Infinity: My Life With Stephen), scritta da Jane Wilde Hawking, ex-moglie del fisico.

    Jane Wilde e Stephen Hawking si erano conosciuti a una festa all’università, e si erano poi sposati nel 1965. La loro storia ebbe fine nel 1990. La coppia ebbe tre figli, Robert nato nel 1967, Lucy nel 1970 e Tim nel 1979.

    Di che parla il film

    Il film, che certamente racconta i successi accademici più importanti raggiunti dal famoso scienziato, si concentra principalmente sulla narrazione della sua storia personale, e sull’uomo dietro il genio, sull’amore più che sulle teorie scientifiche che lo hanno reso celebre.

    La storia narrata nel film inizia nel 1963, quando un giovane Stephen Hawking, allora cosmologo dell’Università di Cambridge, conosce a una festa dell’università la studentessa Jane Wilde, interpretata dall’attrice Felicity Jones.

    Tra i due nasce subito un’attrazione. Stephen, che allora stava studiando un’equazione unificatrice per spiegare la nascita dell’universo e come esso sarebbe stato all’alba dei tempi, invita Jane al ballo di primavera, dove i due si scambiano il primo bacio.

    La storia d’amore tra i due però incontra un grande ostacolo: la malattia degenerativa che presto inizia a compromettere le funzioni vitali del giovane cosmologo. All’inizio gli erano stati dati al massimo due anni di vita. Nonostante per lui sia diventato quasi impossibile camminare, scrivere e infine parlare, Jane decide di rimanere al suo fianco.

    La salute del marito peggiora di giorno in giorno, fino a costringerlo sulla sedia a rotelle, ma lei non si lascia abbattere e nonostante le fatiche che comporta stargli accanto, e nonostante abbia incontrato un altro uomo, decide di non lasciarlo.

    Stephen Hawking a un certo punto della sua vita fu costretto a una tracheotomia che gli causerà la perdita della voce. Questo episodio, unito al resto della malattia, lo fa sprofondare nella disperazione.

    Solo l’aiuto di Elaine, un’infermiera che lo spinse a comunicare con una tavola con colori e lettere, a farlo riemergere dal baratro.

    Jane e Stephen si lasciarono nel 1990, quando arrivò per entrambi la consapevolezza che i loro sentimenti reciproci erano finiti, nonostante un profondo affetto.

    Dopo la separazione con la moglie Stephen intraprese una nuova storia d’amore con Elaine, l’infermiera che per anni era stata al suo fianco.

    Un celebre spezzone del film dove, con l’ironia che lo ha sempre contraddistinto, ha dato una risposta che è rimasta una delle sue citazioni più celebri:

    Durante uno dei suoi discorsi davanti a una numerosa platea Stephen Hawking, parlando dei risultati che aveva raggiunto nella sua vita, in particolare convivendo con la Sla dal 1963 racconta:

    “Anche se è stato un peccato sapere della sclerosi laterale amiotrofica, sono stato molto fortunato in quasi tutto il resto della vita”, ha detto l’astrofisico.

    “Ho avuto la fortuna di lavorare in fisica teorica in un momento affascinante ed è una delle poche aree in cui la mia disabilità non era un grave handicap”.

    “È anche importante non arrabbiarsi, non importa quanto difficile possa sembrare la vita ma se non riesci a ridere di te stesso e della vita in generale finirai col perdere ogni speranza”.

    Il trailer ufficiale:

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