Durissimo botta e risposta sui social tra Selvaggia Lucarelli e la modella curvy Elisa D’Ospina. Tutto è nato da un’accusa rivolta dalla giornalista agli “influencer scrocconi”. E alla fine è stato tirato in ballo anche il compagno di Lucarelli, il food blogger Lorenzo Biagiarelli.
Sul Fatto Quotidiano di ieri, martedì 23 luglio, Lucarelli ha pubblicato un’inchiesta sui “supplied”, che definisce “una sorta di far west dal punto di vista fiscale”. Nel gergo del social marketing, il “supplied” è sostanzialmente un bene fornito da un’azienda a un influencer che in cambio mette in mostra quel bene sui social, specificando che si tratta appunto di un “supplied” (che in inglese significa letteralmente “fornito”).
Nel suo articolo la giornalista sottolinea come questo genere di attività non sia regolamentato e quindi sfugga alla fiscalità. “Ad oggi, nessuno paga le imposte sui supplied”, scrive Lucarelli. “E questo ha favorito il proliferare del baratto 2.0. Del resto, se un influencer viene pagato 20.000 euro per pubblicizzare degli elettrodomestici, sul quel guadagno paga le tasse. Se quella stessa azienda invece gli regala 20.000 euro di elettrodomestici, è tutto guadagno. Insomma – conclude la giornalista – forse sarebbe ora di tassare lo scrocco”.
Nell’articolo si citano tra gli altri la famiglia Ferragni, il matrimonio di Diletta Leotta e l’influencer Paolo Stella. In seguito, in una storia pubblicata su Instagram, Lucarelli punta il dito contro Elisa D’Ospina perché in un post sponsorizzato da un’azienda ha scritto “Adv” – abbreviazione di “advertising” – con le tre lettere staccate: un modo, secondo la giornalista, per sfuggire alle norme che regolano le attività pubblicitarie degli influencer.
Da qui è partito un lungo botta e risposta tra le due che ha tirato in ballo anche Lorenzo Biagiarelli, il food blogger compagno di Selvaggia Lucarelli, accusato da D’Ospina di aver fatto pubblicità a un ristorante dove ha mangiato senza dichiararlo.
“Quella che scrive “a” staccato “d” per non scrivere #ad o #adv è come al solito un po’ agitata nelle reazioni e anziché dire “ok, in effetti renderò più chiara la pubblicità” prende una cantonata imbarazzante”, le ha risposto la giornalista, che mostra il pagamento online al ristornate nel frattempo condiviso da Biagiarelli.
“Se vuoi chiediamo a qualche amico in comune i consigli che chiedi via WhatsApp sui ristoranti vegani che fanno supplied su Roma”, è la controreplica di D’Ospina, che poi annuncia il ricorso alle vie legali menzionando l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace.
Il botta e risposta va avanti con decine di messaggi. “Elisa, noi al contrario tuo non abbiamo voglia di querelarti, (con me in passato ci hai provato, hai perso e hai dovuto pagare le spese legali). Ci basta la tua pessima figura”, attacca ancora la Lucarelli, che finisce per bloccare D’Ospina. E la polemica continua.
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