Sanremo, Amadeus rompe il silenzio: il post del conduttore
La decisione del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini di vietare la partecipazione del pubblico al festival di Sanremo ha generato polemiche e indignazione tra i fan della kermesse musicale più attesa dell’anno. L’idea iniziale degli organizzatori e dei vertici Rai, appoggiata dal direttore artistico Amadeus, era quella di selezionare un numero limitato di figuranti a pagamento che, come succede per altri programmi televisivi, si sostituissero al vero pubblico nel rispetto delle norme anti Covid.
Ma per il ministro Franceschini il Festival di Sanremo dovrebbe essere considerato al pari di altri spettacoli teatrali, e per questo ha annunciato la decisione del governo di vietare la presenza del pubblico in sala. “Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”, ha scritto Franceschini sul suo profilo Twitter.
Subito sono trapelate le prime voci sulle possibili dimissioni di Amadeus dal ruolo di direttore artistico di Sanremo, e ieri si è tenuta una prima riunione tra il conduttore e l’ad della Rai Fabrizio Salini. Secondo un’indiscrezione del Corriere della Sera, Amadeus non avrebbe intenzione di lasciare Sanremo, ma sarebbe anzi deciso a combattere per ottenere il suo pubblico di figuranti, nonostante sia molto provato dalla vicenda. “Se non mi ammalo di Covid rischia di venirmi un infarto”, avrebbe detto il conduttore. Oggi sui profili social di Amadeus è arrivata un primo messaggio. “L’ignorante afferma, il colto dubita. Il saggio pensa“, scrive Amadeus citando Aristotele. Che il post velatamente polemico sia rivolto proprio a Dario Franceschini? Sui social se lo chiedono in molti.
Intanto, è attesa per domani la decisione del Cts sul protocollo Rai, che considera lo show dell’Ariston un evento televisivo. Se non si trovasse un compromesso sull’organizzazione della kermesse – in programma dal 2 al 6 marzo – la cancellazione della manifestazione sarebbe per la Rai un pesantissimo danno economico, ma anche la discografia italiana riceverebbe un duro colpo.
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