“Il politically correct dilaga e dominia su tutto. Un puritanesimo che è ovunque nel mondo”. Queste le parole di Paul Verhoeven, il regista di Basic Instinct, a La Stampa con cui ha parlato anche di “Benedetta”, il suo film basato sul saggio di Judith C. Brown Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento.
Il suo “Benedetta” non è stato un film militante, ma può essere letto certamente in chiave femminista: “In molti dei miei film le donne hanno ruoli centrali. A scuola, dalle elementari all’università, ho avuto compagne spesso molto più brave di me. Sono cresciuto con l’idea che non ci sia differenza tra quello che può fare un uomo o una donna, consapevole, fin da piccolo, che le donne sono uguali agli uomini, se non migliori”.
Poi sul politically correct: “Mi spaventa davvero molto questa avanzata, negli Stati Uniti il “politically correct” domina su tutto, e comunque il puritanesimo è ovunque nel mondo. In Francia per fortuna meno, sul set abbiamo girato tutto senza problemi. Continuo a chiedermi perché mai continuiamo ad avere problemi con il sesso, anche se lo facciamo tutti, spesso, e sappiamo benissimo come appaiono gli uomini e le donne nudi. Credo che la ragione di fondo sia che fatichiamo ad accettare il nostro essere animali, ovvero scimmie molto evolute, molto intelligenti, che hanno bisogno di accoppiarsi altrimenti finirebbero per scomparire”.
Il film più noto di Paul Verhoeven è sicuramente Basic Instinct: “Ho avuto un sacco di difficoltà per farlo. A iniziare dalla scelta della protagonista. Tantissime attrici si proponevano per recitare accanto a Michael Douglas, poi però rifiutavano perché non volevano interpretare certe scene. Cercai Sharon Stone e lei disse subito “ok, farò quello che è scritto nella sceneggiatura”, ma, a quel punto, impiegai un sacco di tempo per convincere Douglas: era già un divo e voleva accanto un’attrice dello stesso calibro per dividere il rischio dell’impresa, impiegai 3 mesi per avere il suo assenso”.
Infine sulla famosa scena delle gambe accavallate: “Sharon ha dichiarato di non sapere che avrebbe mostrato le sue parti intime e che avrei abusato della sua fiducia. In realtà quella sequenza era, fin dall’inizio, nella sceneggiatura, l’ispirazione veniva dall’abitudine di una ragazza che conoscevo, andava alle feste e faceva sempre così. Sharon lo sapeva benissimo, comunque siamo rimasti in contatto, ci mandiamo messaggi”.