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Paolo Del Debbio: “Volevo diventare sacerdote, poi ha prevalso l’amore fisico. Io fascista? Mio padre fu deportato”

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 14 Ott. 2024 alle 14:08

Paolo Del Debbio: “Volevo farmi prete, poi ha prevalso l’amore fisico”

Il giornalista e conduttore televisivo Paolo Del Debbio ha rivelato che da giovane era intenzionato a diventare un sacerdote, anche se poi ha prevalso “l’amore fisico”.

Intervistato dal Corriere della Sera, il presentatore ha raccontato che gli anni trascorsi in seminario sono stati “i più belli della mia vita”. Il giornalista rivela di aver preso in considerazione l’idea di diventare sacerdote anche se poi ha prevalso “il richiamo dell’amore fisico”.

Del Debbio, poi, rivendica il suo antifascismo: “Possono dirmi di tutto, possono attaccare le mie trasmissioni, non ho mai reagito alle critiche; ma sul fascismo no”. Suo padre Velio, racconta il giornalista, fu infatti deportato in un campo di concentramento nazista a Luckenwalde.

“Per me l’antifascismo e il rispetto del popolo ebraico non vengono da un’idea astratta ma dall’esperienza del mio babbo a Luckenwalde. Avevo sei anni. Grazie ai racconti di papà e di nonna, che aveva aiutato i partigiani, ho capito, fin da prima dell’età della ragione, quale fosse la parte che aveva ragione”.

Il conduttore, quindi, rivela cosa gli raccontò il padre: “Nel campo di prigionia si moriva di fame, e i nazisti ostentavano le ciotole piene di carne per i cani. Come a dire che loro, gli italiani, erano cose; e se c’era qualcuno, erano gli animali. La reificazione, la riduzione degli uomini a cose, era stata già denunciata da Marx. I nazisti la realizzarono scientificamente”.

Nel corso dell’intervista Paolo Del Debbio ricorda anche quando entrò in Fininvest: “Gina Nieri, che sarebbe diventata mia moglie, mi presentò a Fedele Confalonieri. Lui disse: ‘Abbiamo bisogno di gente che ha studiato e che pensa. Non so bene cosa farle fare. Intanto la prendo, poi vediamo’. Sono stato il suo assistente per un po’ di anni. E nel novembre ’93 mi chiesero di comporre il gruppo che doveva scrivere il programma di Forza Italia”.

Sull’accusa di aver favorito l’ascesa di Giorgia Meloni attraverso i suoi programmi, risponde: “Mia mamma diceva: la farina si fa col grano che c’è. Io ho fatto talk-show politici. Si poteva non dare spazio a Salvini in quella fase di crescita? Si poteva non dare spazio alla Meloni, che peraltro se lo è fatto da sola? Mi hanno accusato pure di favorire il grillismo; ma come potevo non intervistare Di Maio e Di Battista? I movimenti politici vanno colti, come avrebbe detto Alberoni, allo stato nascente. Ho avuto ospite la Schlein, che si è trovata benissimo”.

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